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De Mossi obbligato a continuare con la revisione regolamentare

La fase regolamentare della passata primavera, esaltata da auto-dichiarazioni dei componenti al limite della comicità, non può ritenersi conclusa, come pensa De Mossi. Sul tavolo ci sono almeno una ventina di articoli che necessitano correzioni e opportuni adeguamenti al modo di nvedere e concepire oggi il Palio.

Nei giorni scorsi ci siamo soffermati sulla necessità di dotare l'Assessore delegato di ben altri confini di quelli previsti dall'art. 92 (ma sull'argomento torneremo e torneremo); poi, vista la faziosità incontenibile, obbligare i deputatini nel seguire il dettame di uno specifico manuale. Oggi concentriamo l'attenzione sulla cancellazione delle Famiglie Nobili che, nel prossimo rinnovo con i soldi del super-sponsor, farebbero risparmiare a Palazzo ben 12 costumi, il noleggio di 6 cavalli, e la realizzazione di 6 selle, staffe comprese.

Cancellare una delle molteplici patacche, che vengono tacciate come "storiche", è essenziale proprio dalla prospettiva storica. Come è noto, nel 1981 l'idea dell'inserimento, delle sei famiglie nobili della città, nel Corteo non-storico fu di Giulio Pepi il quale impose, addirittura, sul Carroccio la presenza della Balia al posto della Biccherna.

L'articolazione del Corteo storico, che rappresenta un passaggio non solo del "risparmio economico", ma anche della struttura regolamentare, deve essere un nuovo punto all'ordine del giorno della Commissione, che De Mossi, anche a malincuore, dovrà nuovamente riconvocare.

Potrebbe sempre, De Mossi, dimettersi da Presidente della Commissione, per mancanza di tempo; così facendo i lavori riprenderebbero in modo celere.

25 maggio 2020