SUNTO
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Il caso dei canti dell'Oca Per tornare indietro con le vittorie dell'Oca non ci vuole molto nello scartabellare gli archivi; sembra che Fontebranda abbia una certa affinità con il nerbo alzato al bandierino. Quindi posizionarci all'agosto 2023 è fin troppo facile. Cosa avvenne in quell'agosto oltre alla vittoria scossa dell'Oca? Avvennero due "eventi" amministrativi che è opportuno ricordare. L'11 agosto 2023 la Nippa emise l'ordinanza 93 per i rapporti di ordine pubblico tra Oca e Torre dove si stabiliva tra l'altro: «rispetto degli elementi distintivi dell'identità degli stessi (emblema, motto, inno) la mattina della tratta e i giorni successivi l'intonazione dei propri caratteristici canti non deve offendere modificando volgarmente gli inni delle rivali». Il 16 agosto l'Oca vince scossa dopo 10 anni e le generazioni esplodono, molto di più di quanto hanno fatto giovedì scorso. Sotto il Palco dei Giudici l'inno storpiato, come giovedì, rimbomba giustamente in Piazza del Campo. Quel genio dell'Apostolo, guidato per mano da delcollo e soubrette, il 24 ottobre 2023 contesta all'Oca di: «avere i propri contradaioli, in più occasioni e ripetutamente cantando storpiando l'inno della Torre». La contestazione è falsa poiché l'inno non è stato "in più occasioni" storpiato, ma solo in occasione del giubilo. Le discolpe dell'Oca non furono prese in considerazione, anche perché era praticamente impossibile per delcollo replicare e il 9 novembre (atto n. 117) l'Apostolo comminò la censura. L'Oca non presentò ricorso alla Nippa, sorprendendo la nostra Redazione. Adesso non c'è delcollo a tenere per mano l'Apostolo, bensì Rosadè; sempre presente la soubrette nel devastato ufficietto. Giovedì, giustamente, lo stesso canto ha rimbombato sotto il palco dei Giudici; non esiste alcuna ordinanza della Nippa al riguardo per cui un'azione sanzionatoria costituirebbe un abuso vero e proprio. Sarà gustoso vedere come Rosadè procederà; per l'Apostolo la sputtanata si trova dietro l'angolo. 10 luglio 2025 |
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