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Fronteggiamenti: lo spunto illuminante di Martinelli Ieri, il primo commento della sentenza, sui fronteggiamenti luglio 2018, di Martinelli ha richiamato la completa attenzione dei nostri tre lettori (Martinelli stesso compreso). Il commento merita un continuo confronto ed analisi accurate. Iniziamo con il richiamo che Martinelli ha fatto sulla sentenza del 1993. Martinelli ha messo il dito nella piaga, allorché sostiene che: «Il giudice del 1993 ha descritto con esattezza (avendo evidente precisa conoscenza della fenomenologia dei fatti in esame) la caratteristiche dei fronteggiamenti nonostante avesse cognizione che l’episodio sotto giudizio era di natura e gravità totalmente differenti ... Il giudice del 1993 ha precisato che “ovviamente, trattandosi alla fin fine di reati, non può affermarsi che si tratti di comportamenti positivi”: comprensibile prudenza professionale e espositiva. Da notare comunque l’espressione usata alla fin fine, come dire (tirando un po’ il ragionamento e semplicizzando il linguaggio) ‘ se proprio lo si vuole, e non sempre ma solo in certi casi, siamo di fronte all’esistenza di reati proprio al limite, ove la rissa può anche esserci ma non è grave, e anche il pericolo sociale può esserci ma non è grave. E al tempo stesso il magistrato non manca di riconoscere che “è un dato di fatto che tali illeciti penali non giungono, di norma, alla cognizione delle autorità, proprio perché la tradizione cittadina non li riconosce per tali: e per questo, e non per un malinteso senso di omertà, li nasconde… [trattasi di] sfoghi quasi rituali da cui non derivano rancori duraturi, ma spesso addirittura rafforzamento di amicizie e legami” ... Da quanto sopra si capisce perché fino ai tempi recenti quasi mai (salvo quindi episodi particolari) è stata promossa l’azione penale per fronteggiamenti in Piazza del Campo, diversamente dalla severa e mal posta fiscalità di oggi ... Il giudice del 1993 ha valutato che la ‘competitività nel Palio “è di per sé fortemente positiva” e che a Siena la struttura della Contrade ha favorito l’aggregazione e la solidarietà. Aspetto questo verso il quale nei giudizi sui fronteggiamenti i giudici di oggi hanno espressamente mostrato una chiusura». C'è ben poco da aggiungere; Martinelli ha saputo cogliere gli spunti, paragonarli, tra le attuali sentenze con quella del 1993, in modo così da specificare che lo stesso "reato" (rissa) aveva portato a conclusioni diverse nel concetto di "fronteggiamenti". Nel 1993 «un giudice del Tribunale di Siena che conosceva il Palio e la sua importanza non solo nell’ambito del “gioco” ma anche in quello “sociale e collettivo”; ove la “competitività” insita nel Palio viene definita “positiva” e si riconosce come la struttura delle contrade abbia favorito a Siena l’aggregazione e la solidarietà. E’ una voce chiara, che dice le cose come stanno anche quando non sono positive, ma che parla sapendo di cosa sta parlando». Adesso «... detti giudici sono ora a Siena, domani saranno in altri luoghi. Quindi non c’è tempo (e forse, dico forse, neppure la voglia) per approfondire la conoscenza del mondo del Palio. Mancando il tempo potrebbe in parte ovviarsi con la sensibilità: ma neppure questa troviamo negli atti giudiziari». Il pallino, a questo punto, passa a Palazzo, dove la Nippa sarà, suo malgrado, costretta a relazionarsi tra un modo di intendere il fronteggiamento attuale con quello del 1993. Dovrà chiedere aiuto, non essendo pronta ad analisi del genere. Il problema è che, con i pericoli di ordine pubblico rappresentati da tre palpabili situazioni a Provenzano, la Nippa non potrà pensare che Rosadè, o la coppia soubrette-delcollo, siano all'altezza del compito sanzionatorio. Lo sprofondamento deriva anche da sue precise responsabilità. I giorni che ci dividono dal 29 giugno si accorciano sempre più; basteranno affinché la Nippa sappia leggere con attenzione il pensiero di Martinelli e la sentenza del 1993? Ne dubitiamo. 4 giugno 2025 |
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