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Come facevano i Capitani di Istrice e Oca a impartire ordini al fantino per cambiare posto?

Lo avevamo già esposto nell'edizione del 21 ottobre: com'è possibile che Istrice e Oca siano responsabili del cambio di posto del fantino in quegli attimi della mossa? E, specificatamente, come possono i rispettivi Capitani aver potuto impartire ordini dal Palco dei Giudici?

Per rispondere lasciamo la parola a Rosadè che per l'Istrice e Oca ha scritto con il copia-incolla: «... per quanto attiene ... all'insussistenza di responsabilità della Contrada per la condotta del proprio fantino, in quanto alcun incidente, tumulto, turbamento o pregiudizio al regolare svolgimento del Palio si siano configurati, si precisa che la configurabilità della responsabilità a carico della Contrada ... sussiste anche quando vi sia qualsiasi atto idoneo ad arrecare pregiudizio al regolare svolgimento della celebrazione del Palio ...» riproponendo, come abbia già osservato in questi giorni per il Valdimontone, l'interpretazione consiliare del 1981.

Questi «atti idonei potenzialmente [per] arrecare pregiudizio», come dice Rosadè, non sono altro che un puro imbrodolamento di lettura attraverso il quale far capire che ... non si è capito.

Rosadè, e con lui ovviamente l'Apostolo, non sa perché nell'era di Mazzoni venne incorporato nel comma del 101 l'interpretazione del 1981; se ne avesse avuta conoscenza storica non l'avrebbe certo inserito dentro una motivazione che è solo un pasticcio di parole e richiami senza alcun senso ... amministrativo.

Istrice e Oca non possono, per ciò che è stato motivato nei due atti, subire la censura, né altra sanzione.

Scusaci tanto Rosadè, ma in quelle fasi della mossa (dove tra l'altro il fantino dell'Istrice, come scritto negli atti ufficiali e riproposti senza parsimonia nei tuoi scritti, veniva costantemente fatto oggetto di attenzione particolare da parte del fantino rivale), come avrebbero fatto i Capitani di Istrice e Oca ad impartire le disposizioni contrarie al co. 2 del 101? L'avevano concordato prima? Ma suvvia, un po' di serietà allorché si devono usare le armi della "giustizia paliesca"!

La Nippa con la sua Giunta può risistemare la "verità sanzionatoria" cancellando, come abbiamo "suggerito" ieri, la censura. La giurisprudenza paliesca ringrazierebbe, annullando queste motivazioni obese, scritte in modo dilettantistico e senza alcuna attinenza all'«Istituto Giuridico radicato nel Diritto Paliesco», come pomposamente lo ha definito Rosadè.

14 novembre 2024