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Chi chiede le discolpe al Comune per aver favorito una Contrada? Recita l'art. 89 del Regolamento: «E' proibito qualunque partito, o accordo diretto a far vincere il Palio ad una piuttosto che ad un'altra Contrada». Non è mai esistito un atto amministrativo che richiamasse questo art. 89 perché Palazzo non ha mai avuto tra le mani prove concrete per un'infrazione del genere. Palazzo è garante dell'assoluta regolarità dell'evento Palio di fronte all'intera città e alla popolazione contradaiola e si è sempre costituito di fronte ai tribunali amministrativi allorché questa regolarità veniva minata. C'è, però, il rovescio della medaglia; cioè quando, come è avvenuto adesso, Palazzo favorisce sfacciatamente una Contrada e nelle motivazioni di esclusione dalla squalifica dice esattamente che doveva ottenere un palio, anziché una deplorazione (leggere attentamente per convincersi del tutto). In questo caso sembra opportuno chiedere le discolpe al Comune di Siena, reo di aver sovvertito la filosofia che ha dettato dal 1700 gli effetti dell'attuale art. 89. Se le discolpe al Comune gliele dovesse scrivere Rosadè, la città di Siena squalificherebbe il suo Comune per 80 Palii consecutivi con l'attuale onorandone a dirigere il traffico paliesco finché non è stata estinta la sanzione di primo e secondo grado. Se tutti i ricorsi saranno respinti martedì 26 nella riunione di Giunta, ci sarà solo una Contrada favorita dalle decisioni dell'Apostolo scritte da Rosadè: la Lupa. 14 novembre 2024 |
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