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Iniziano i problemi e sono veramente grossi

Il testo del Senato, che ha sostanzialmente modificato il decreto legge 221 inserendo tra l'altro il passaggio normativo che ha ringalluzzito il sor Demossi, è stato assegnato ieri alla XII Commissione parlamentare e sempre ieri si sono addensati moltissimi passaggi in sede referente della stessa commisssione.

I lavori sono stati assegnati  sotto la presidenza della toscana Maria Teresa Baldini, che, eletta nella scheda di Fratelli d'Italia, è riuscita a passare dal 18 agosto 2020 a Forza Italia, poi a Coraggio Italia ed infine da due mesi a Italia Viva; insomma l'Italia nel cuore politico.

Ieri alle 14 sono iniziati i lavori e sempre alle 14 era stato stabilito il termine per la presentazione degli eventuali emendamenti. Due le riunioni previste, alle 14 e alle 16. Lo sviluppo degli interventi, ed i testi degli emendamenti, saranno visibili oggi e sarà opportuno seguirne gli sviluppi più o meno in tempo reale.

I problemi però, al di là delle interviste rilasciate con troppa sufficienza dal legaiolo Borghi, esistono e sono ben visibili nel dossier a cura dell'ufficio studi del Parlamento che fa parte dell'esame della proposta di legge di conversione del decreto 221.

I tecnici del Parlamento hanno, come avviene per qualsiasi proposta di legge, analizzato al microscopio tutte le parole del testo e sull'art. 5-bis, comma 2, lettera a, punto 1.2-bis hanno evidenziato un passaggio che mette in crisi la modifica apportata dal Senato.

Le osservazioni dell'Ufficio Studi rappresentando molto indirettamente una nostra annotazione di ieri.

Scrive, infatti, l'Ufficio che: «il “notevole interesse culturale”, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, è riferito ai “beni culturali”, nella cui nozione non sono ricomprese le feste popolari e le manifestazioni culturali. La nozione di "bene culturale" è desumibile dall'art. 2, co. 2, e dagli artt. 10 e 11 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004). In base all'art. 2, co. 2, sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli artt. 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà».

Chi ha scritto queste note deve essere vicino al mondo degli animalai; ma l'osservazione ha fatto centro. Infatti le condizioni al via libera alle manifestazioni popolari all'aperto previste dal Senato, oltre alla zona bianca, devono essere vincolate al concetto "di notevole interesse culturale ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42".

C'è un altro passaggio del dossier dell'Ufficio Studi che mette in risalto l'approssimazione normativa del Senato, là dove si fa riferimento alla Commissione di Vigilanza per i pubblici spettacoli.

I Senatori hanno votato questo: «Gli organizzatori producono all'autorità competente ad autorizzare l'evento la documentazione concernente le misure adottate per la prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19 ai fini dell'inoltro alla Commissione di cui  all'articolo 80 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773."»

L'Ufficio Studi ha ribattuto: « Per quanto riguarda il processo di autorizzazione delle manifestazioni all’aperto, si ricorda che, ai sensi dei punti 78 e 79 della Tabella allegata al D. Lgs. n. 222 del 2016, le attività di spettacolo o trattenimento all'aperto con impianti soggetti a certificazione di sicurezza con capienza pari o inferiore a 200 persone, l’istanza deve essere presentata al SUAP, che la trasmette alla Commissione di Vigilanza Locale di Pubblico Spettacolo». Decisamente una mano esperta vicina al mondo animalaio.

C'è, comunque, da osservare che L'Ufficio Studi sembra essersi dimenticato che un decreto legislativo del 2008 (n. 62) ha introdotto l'art. 7-bis nel codice dei beni culturali e proprio in virtù di questo articolo le Carresi sono state ritenute nel gennaio 2018 di “notevole interesse culturale” e che il Palio, come visto, si trova ancora nel limbo.

La speranza è che ieri la Commissione XII non abbia avuto né tempo, né testa per seguire le indicazioni contenute nel dossier dell'Ufficio.

15 febbraio 2022