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Una catastrofica serie di errori commessi da De Mossi

Il passaggio della velina a Lauretta ha fatto emergere un'incondizionata serie di errori da parte di De Mossi, che si è  inventato un comma (il quinto) che, nella pratica normativa, non può esistere ed ha comportato una perdita di immagine per la città di Siena.

Non solo, secondo quanto riporta Tani nell'edizione guelfotta del Corriere della Sera, il comma proposto da De Mossi suona così: «Il Palio di Siena e le eventuali manifestazioni da individuare singolarmente in modo specifico possono derogare alle misure di cui all'articolo 1 con protocolli approvati dal comitato tecnico scientifico, previo nulla osta dell'Azienda competente per territorio».

Siamo di fronte ad una serie incontrollabile di errori. Come abbiamo avuto modo di osservare, De Mossi non ha saputo seguire l'andamento normativo del decreto, tanto più che il riferimento all'articolo 1 costituisce una vera e propria inutilità.

C'è di più in questa scalata catastrofica di "suggerimenti" usciti dall'ufficio di De Mossi, il quale parla di specifica deroga senza suggerirne i criteri di composizione.

E' evidente che una norma generale dello Stato non può limitarsi all'ambito localistico, come è avvenuto con Ceccuzzi quando era onorevole per la "legge fiscale", e deve specificare quali siano i criteri che generano la deroga per permettere l'individuazione di "altre manifestazioni", tra cui ovviamente il Palio.

Sono questi criteri che devono essere messi a fuoco e, senza la dovuta "copertura di contatti", il fantasioso "quinto comma" di De Mossi è destinato al nubifragio.

Salvini (ma i crocifissi li bacia sempre?) nelle sue visite a Siena, per rispedire Letta a Parigi, ha fornito il contatto al Viminale (il sottosegretario Molteni) al quale De Mossi ha inoltrato il "suggerimento" privo di un futuro.

Non risulta essere Molteni la carta vincente per Siena.

15 novembre 2021