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In Palazzo manca un avvocato

Dopo l'esame compiuto da Martinelli siamo alla svolta decisiva: occorre che Palazzo si doti subito di un avvocato. L'importanza di esaminare la strada da percorrere, prima del 6 novembre, si rende necessaria per sapere se il ricorso al Tar Lazio possa produrre gli effetti che andiamo da anni a sostenere.

Può il Palio di Siena, alla luce del minuzioso tracciato di Martinelli, smarcarsi dalle disposizioni normative dell'ordinanza dell'animalaia Martini?

Proprio dalla lettura dei quattro scritti di Martinelli, siamo sempre più convinti nel sostenere che il ricorso al Tar possa produrre l'"esonero" per Siena da coreografiche disposizioni, nate e fondate a casaccio su episodi marginali che nulla hanno a che vedere con una granitica storia che contraddistingue nel mondo intero il Palio di Siena.

Mai nel mondo, infatti, si è pensato, come dimostrano documentazioni coeve risalenti al 1849, alla salvaguardia equina ed al concetto di "doping", nato in Gran Bretagna alla fine dell'800.

Su queste basi, e su una moltitudine di sfaccettature proprie della Festa di Siena, si deve basare il ricorso davanti al Tar Lazio da parte di un avvocato che, attualmente, non risponde "presente" in Palazzo.

Se si perde l'occasione della scadenza del 6 novembre, Siena deve accontentarsi di attendere l'agosto 2021 per sostenere la non applicabilità dell'ordinanza alla sua Festa.

De Mossi, allo stato attuale, si è chinato alle disposizioni del Ministero della Salute, che stabiliscono a tavolino regole senza rendersi conto di cosa viene scritto.

Manca un avvocato vero a Palazzo; un avvocato che sappia esaminare nel dettaglio se le disposizioni scremate da Martinelli e che, allo stesso tempo, possono aprire sentieri per rendere la Festa di Siena al di sopra di ogni e qualsiasi disposizione normativa della Repubblica italiana.

Il materiale storico che presenta una Festa secolare (dal 1659) esiste; va solo saputo studiare, esaminare ed integrare con le disposizioni dell'era repubblicana italiana.

Per noi la vittoria è certa, purché in Palazzo ci sia un avvocato capace e che creda per davvero alla storia di Siena.

18 ottobre 2020