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Errore aver mescolato la sentenza 5235 con le problematiche paliesche

La sentenza 5235 della Cassazione penale è un perfetto atto che si inquadra in un mondo che nulla a che vedere con quello paliesco. Il PM Faina, al contrario, ha inquadrato la sentenza 5235 nei meccanismi palieschi commettendo il più evidente degli errori: quello di mescolare due configurazioni diametralmente opposte.

Mentre, infatti, la stessa sentenza si indirizza alla salvaguardia, non del cavallo, bensì dello scommettitore, attraverso il quale si regge tutta l'impalcatura dell'ippica nazionale, il mondo del Palio è diametralmente opposto. La mancanza di introiti, diretti o indiretti, è alla base (fondamentale) del distacco del mondo paliesco da quello ippico.

La stessa sentenza 5235 si pronuncia con un passaggio molto eloquente, circa il doping attico e passivo. Scrive infatti la Corte: «... rientra nella ... fattispecie criminosa  ... la somministrazione di sostanze dopanti ... prima della partecipazione a delle gare ... così come, in diversa ipotesi, la somministrazione di altre sostanze che possano indurre la debilitazione di uno dei cavalli partecipanti alla gara, trattandosi di condotte di per sé idonee ad alterare fraudolentemente i risultati della gara stessa», quindi doping negativo che serve a non far raggiungere risultati in una gara.

Tutto questo perché, contrariamente a quanto sostenuto sul benessere equino, si tende a privilegiare quello degli scommettitori, che non possono essere ingannati da arbitrarie falsificazioni delle prestazioni dei cavalli, verso i quali si proiettano interessi economici, che non possono essere alterate né per vincere, né per perdere.

Il PM senese basa la concretezza del suo appello a Firenze sulla natura di "gara", inesistente in ambiente paliesco; in quanto anche la stessa corsa sul Campo non è una "gara" bensì il momento culmine dove si intersecano alla perfezione una miriade di situazioni che con il concetto di "gara", tanto caro al PM, non hanno nulla a che vedere.

Le spiegazioni a tal riguardo suonerebbero come un'offesa all'intelligenza di chi sta leggendo.

La forzatura poi delle schede tecniche degli annusatori, come abbiamo avuto modo di evidenziare, è una di quelle stonature del quadro nel quale, evidentemente, il PM, ha cercato di inserirsi senza assolutamente considerare che il Palio di Siena non necessita di alcuna autorizzazione da parte dell'Unire e del Ministero competente.

17 luglio 2020