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Ecco un altro intervento sulla sentenza dei fronteggiamenti

Caro Direttore,

mi permetto di esternare alcune riflessioni in merito alla vicenda della sentenza del Tribunale di Siena per i fatti di luglio 2018 e dei successivi interventi del Magistrato delle Contrade e del Sindaco.

Prima di commentare quanto in premessa, bisogna fare un passo indietro ed analizzare e capire come mai in Piazza del Campo la gestione “dell’ordine pubblico” o meglio degli eventi connesi al Palio si sia nel tempo trasformata, passando da una gestione riferita ad un evento storico, culturale e sociale ad una manifestazione sportiva (partita di calcio). Ricordo che nei decenni passati era il Sindaco che si prendeva la responsabilità di garantire nei confronti delle Istituzioni locali la gestione degli eventi all’interno della Piazza durante i giorni del Palio attraverso l’intervento in primis, in determinate situazioni di tensione, degli operatori della Polizia Municipale. Esistevano e, dovrebbero esistere tuttora, delle regole non scritte che venivano rigidamente osservate dagli stessi contradaioli in occasione di eventuali fronteggiamenti, scambi di opinione: non esistevano strumenti contundenti ma solo mani nude, una persona che cadeva a terra veniva rialzata anche da parte degli avversari e non veniva colpita da calci o altro, trascorsi pochi minuti il Sindaco faceva intervenire i Vigili Urbani ed immediatamente cessavano le ostilità; bastava la presenza di cinque Vigili Urbani per cessare ogni screzio (chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato, così si diceva).

Tale modus operandi che rassicurava le Istituzioni purtroppo è cambiato sia in virtù degli atteggiamenti dei contradaioli (i fronteggiamenti che vanno oltre la pista interessando la Piazza – quando ciò avviene è molto pericoloso, in quanto l’onda di persone che si sposta può causare cadute inciampi ed altro ed avere un effetto dirompente per i presenti -, i tafferugli che non si fermano al momento dell’ingresso dei vigili urbani ed altro), sia e, soprattutto, per un vuoto partecipativo ed autorevole del Sindaco a far data dal 2013-2015. E’ in tale contesto che le Istituzioni hanno dovuto, loro malgrado, colmare questo vuoto ed appropriarsi della gestione dell’ordine pubblico per l’evento Palio, applicando rigorosamente le norme relative alle manifestazioni sportive divenute ancora più stringenti dopo i fatti di Torino; quindi, prevenzione (filtraggio, filmati preventivi ed in corso di fronteggiamenti, presenza imponente di operatori di PS) e repressione (intervento immediato degli agenti di PS in tenuta antisommossa e successive segnalazioni all’autorità giudiziaria).

Ho evidenziato il biennio 2013-2015, e non a caso, perché è da quel periodo che si è consumata la vera latitanza della figura del Sindaco quale garante della Festa, a mente: il Prefetto che convoca direttamente, alla presenza del Questore e non anche del Sindaco e dei Deputati alla Festa, i Capitani e Priori di Leocorno e Civetta, l'azione giudiziaria intrapresa d'ufficio dal Procuratore della Repubblica nei confronti del fantino del Valdimontone e, infine, il processo nei confronti di alcuni contradaioli per rissa aggravata.

L'Autorità di Pubblica Sicurezza e conseguentemente quella Giudiziaria sono stati quindi indotti, fin da allora, ad intraprendere ed adottare tutte quelle iniziative disciplinate dalla legge per prevenire prima e giudicare poi episodi connessi al Palio che per noi senesi sono “normali” ma che da parte loro non possono essere sottaciuti e non avere rilevanza penale giacchè il nostro essere, la nostra cultura, il senso dell’appartenenza ed altro non potrà mai essere compreso fino in fondo dalle Istituzioni (sono donne ed uomini provenienti da realtà totalmente diverse), se non mediante una continua opera di informazione, partecipazione e coinvolgimento. Attività questa sulla quale il Sindaco ed il Rettore del Magistrato delle Contrade dovrebbero investire tutte le proprie energie, specialmente in occasione degli avvicendamenti che saltuariamente intressano i vertici istituzionali.

In particolare, sarebbe auspicabile riuscire a far comprendere loro o quanto meno a porre in evidenza, oltre a quelli che sono i valori culturali e sociali su cui si fonda la comunutà senese, anche, nello specifico perchè si possono innescare alcune situazioni di tensione fra le contrade, perché i contradaioli (tra loro anche medici, direttori di banca, professionisti ecc.) si precipitano in pista quando ci sono i fronteggiamenti trascurando eventuali ricadute sul piano sociale e lavorativo; perché questi episodi avvengono solo in Piazza e non alla Lizza o altrove; perché sono spontanei e non premeditati; perché avvengono solo nei giorni del Palio e non durante tutto l’anno; perché tra contradaioli rivali non c’è odio, vendetta.

Sarebbe opportuno, quindi, da un lato intraprendere tutte le necessarie iniziative per far comprendere ancor di più alle Istituzioni locali i nostri valori, il nostro sentire e dall’altro riproporre un modello gestionale del Palio ante 2013 con un coinvolgimento diretto del Magistrato delle Contrade che dovrà garantire il rispetto, da parte dei propri contradaioli, di quelle regole non scritte sopra richiamate, previa una squalifica di lunga durata per la Contrada. Grazie.

 Francesco d’Agnolo

9 luglio 2025