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E l'Apostolo continua a pensare di aver fatto grandi cose

C'è questo articolo apparso sulle pagine de La Gazzetta di Siena nei quali l'Apostolo Giordano, come hanno fatto i fratellini senesi, riassume tutte le cose fatte (ovviamente auto-esaltandosi) nei due anni di mandato.

Ovviamente, l'Apostolo parla anche del suo incarico paliesco come giudice di primo grado; ciò che l'Apostolo racconta è decisamente scandaloso e conferma la netta distanza tra lui ed il mondo paliesco.

Le assurde affermazioni, del tutto farneticanti, dovrebbero far riflettere la Nippa, che prosegue il suo mandato voltandosi sempre dall'altra parte.

Tra le numerose "sciocchezze" dichiarate in appena una quindicina di righe, l'Apostolo, tra l'altro, afferma: "In questi due anni sono stati gestiti oltre 40 casi tra sanzioni, ricorsi e verifiche post-corsa, sempre con l’obiettivo di garantire trasparenza e imparzialità".

Effettivamente l'Apostolo non possiede ben chiari i compiti che deve svolgere, cioè le sanzioni. In questo biennio, l'Apostolo non ha mai garantito la conoscenza delle regole, la loro interpretazione Palio dopo Palio, la trasparenza e imparzialità. L'esatto contrario.

Nelle motivazioni si è rifugiato in copia-incolla dell'era demossiana, dimostrando anche di saper copiare male e a sproposito. Non è mai riuscito né nella trasparenza e imparzialità.

Sono le sanzioni agosto 2023 (Aquila e Torre) a porsi in contrasto con quelle di agosto 2024: da squalifica di un Palio a deplorazione e senza che nelle motivazioni ci fosse una traccia per comprendere come sia, con trasparenza e imparzialità, avvenuta la variazione.

Per quanto afferma sulle verifiche post-corsa non riusciamo proprio a comprenderlo.

Sarebbe molto opportuno che l'Apostolo Giordano, prima del 29 giugno, facesse un passo indietro lasciando ad altri il ruolo.

Al peggio non c'è mai fine, verissimo; ma con l'Apostolo si oltrepassano tutti i limiti.

23 giugno 2025