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Nascondersi dietro l'ipocrisia non risolve la questione

Se la popolazione contradaiola continuerà a nascondersi dietro una plateale retorica; se la popolazione contradaiola a sostenere che la Contrada senza il Palio continuerà a vivere, e non viceversa; se l'ipocrisia risulterà essere sempre un preciso punto di riferimento; allora la questione della guerriglia in atto tra Procura e mondo del Palio si incancrenirà ulteriormente.

Per affrontare la Procura occorre usare ben altri armi che, al momento, non sembrano appartenere alla popolazione contradaiola frequentata da una moltitudine di persone che ritengono di sapere tutto, ma non sanno e non conoscono nulla.

Non sanno, ad esempio, che la Contrada non è certo un mondo perfetto di perfetto altruismo e scevro da ogni latente invidia, rancore e gelosia. Caratteristiche interne che non derivano dall'invasione dei quattrogiornisti, ma che sono ben radicate sulle pietre e si rincorrono di portone in portone.

Allorché si va a sostenere quel tipo di filosofia contradaiola, che nei secoli non è mai esistita e non è mai stata alla base del vivere comune, per controbattere le azioni e le decisioni delle autorità giudiziarie, ci si rende conto della scarsità degli argomenti proposti.

Quando poi ci si esalta nel ritenere che le Contrade senza il Palio continuerebbe a vivere nei secoli, non ci si rende conto della superficialità di simili affermazioni.

Se il Palio non fosse gestito dal Comune, il Palio non esisterebbe; se le Contrade non esisterebbero, il Palio non esisterebbe; se il Palio non esistesse le 17 Contrade sarebbero ridotte a 10 clebbini per una ventina di vecchietti rincoglioniti.

Occorre uscire da una nicchia di latente ipocrisia, per affrontare, vincendo, il confronto con chi si limita ad applicare la legge dello Stato, come avveniva nell'800. Se non si riesce a guardare negli occhi l'ipocrisia annebbiante , non si trovano le giuste strade per intervenire nel combattimento.

22 luglio 2025