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Nessun pregiudizio nel futuro per il Palio Le dichiarazioni rilasciate dall'onorandone, in merito alla sentenza per i fronteggiamenti di luglio 2018, lasciano molto molto perplessi ed hanno solo il sapore del basso populismo. Si resta esterrefatti del completo silenzio dell'onorandone sulla sentenza in appello sulla validità del Bando di Violante, mentre per quanto riguarda una "normale" decisione, non certo storica né trascendentale, l'onorandone si esprime usando un linguaggio da ultima spiaggia. A confortarlo ci sono tutti coloro che, scrivendo, fanno opinione ma nulla sanno di cosa sia il Palio attraverso anni e secoli. Parlando di storicità è evidente che le lacune dell'onorandone e dei cronisti locali emergono proprio perché nulla è configurabile con la conoscenza paliesca. Sostiene, piagnucolando, l'onorandone, che avrebbe fatto meglio a consultarsi con qualche collega prima di parlare: «dobbiamo ancora leggere la sentenza ... però, non possiamo che esprimere preoccupazione e disagio ... la preoccupazione che ... deriva per il futuro della Festa ma anche dei contradaioli». Effettivamente se l'onorandone si fosse consultato con qualche onorandino si sarebbe risparmiato queste frasi apocalittiche. Il Palio non ha nulla da temere da questa sentenza, né da quella in Corte d'appello per il semplice fatto che è la storia a dettarne l'assoluta saldezza. L'onorandone se ne faccia una ragione: senza consocerà il passato non si può nemmeno conoscere il presente, né ipotecare il futuro. Ne deriva che il Palio ha sempre subito sentenze per fronteggiamenti e, sempre, ha saputo trovare le giuste misure per essere proiettato nei secoli. L'onorandone deve sapere, visto che non lo sa, che l'Archivio di Stato, specificatamente nel fondo definito "Governo di Siena", esiste una quantità enorme di inserti che riguardano condanne a fantini e contradaioli e, se avesse voglia di farvi una visitina, scoprirebbe che esiste nel 1834 un processo (il n. 5735) dove alcuni contradaioli furono rinchiusi in carcere per tre giorni e due di loro solo a pane ed acqua. Ebbene, da quel 1834 ad oggi sono passati qualcosa come 191 anni ed il Palio non si è mai fermato e non è stato cancellato da nessuno. Di conseguenza, per quella preoccupazione che ... deriva per il futuro della Festa può star certo l'onorandone: non riguarda il Palio di Siena. Per parlare di futuro occorre essere preparati; i cronisti locali farebbero molto meglio a fornirsi di precisa documentazione prima di parlare di storia e svalvolate simili. Il Palio non corre alcun pericolo da una semplice sentenza ancora da scrivere; lo stabilisce la storia dei secoli che a Siena, a quanto sembra, nessuno ne conosce i risvolti ma che viene sempre chiamata in causa per sposare il basso populismo. Adesso il Giudice Cerrettelli non si emozioni più di tanto: la sua non sarà mai una "sentenza storica". Così, semplicemente. 28 febbraio 2025
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