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Le sanzioni di primo grado una per una

L'archiviazione del tondino, addebitato alla Lupa e a Dinopes, presenta qualcosa di allucinante e di completo sbando sanzionatorio.

Rosadè, non solo con gli atti n. 17 e n. 21 ha dato dimostrazione che gli occorrono ancora 5 anni per entrare dentro il meccanismo del gioco del Palio, ma ciò che ha fatto passare alla giurisprudenza paliesca non deve appartenere alla città di Siena.

Il gioco del Palio è un gioco serio e necessità di massima serietà da parte di chi deve dirigerlo; non è così in questa fase con Rosadè chiamato dalla Nippa a sostituire delcollo ancora senza un atto amministrativo valido.

Ci si chiede se realmente Siena paliesche meriti questi passaggi amministrativi che mortificano secoli di storia e di polemica. Perché va bene la polemica, ingrediente essenziale della sopravvivenza perpetua del Palio, ma c'è modo e modo perché tale forma venga alimentata.

Rosadè con i suoi costanti copia-incolla negli atti dell'archiviazione ha raggiunto una vetta che, sinceramente, non gli accreditavamo.

Alla vigilia sanzionatoria speravamo che le sue, pur molto parziali, esperienze amministrativo-paliesche potessero imprimere un passo in avanti; di passi indietro ne abbiamo contati così tanti che si rischia di venire a noi ai tre che ci leggono.

Allucinante è stato chiedere le discolpe in base all'art. 97; allucinante è stato leggere la motivazioni dell'archiviazione che, in perfetto stile filosofico del copia-incolla, è identico per Lupa e Dinopes.

Sinceramente ci troviamo in netta difficoltà nel proseguire questa analisi che assomiglia sempre più agli spari di mortaio verso la Croce Rossa, ma appare evidente che un atto amministrativo costruito in maniera orrenda, senza fondamentali giuridici e contradaioli, non possa essere trascurato.

Rosadè ha banalmente richiamato sul finire dell'atto che, con la prossima Commissione di Revisione, ci sarà «l'opportunità per analizzare la inusuale fattispecie» contestata a fantino e Contrada. Ma si sta scherzando?

Il cosiddetto tondino ha visto la sua nascita nel 1978, allorché il Mossiere Carlo Palmieri (starter delle regolari) si meravigliò che i fantini di Piazza (diversi dai professionisti degli ippodromi) non tenessero in movimento i cavalli nell'attesa della chiamata. E' stato lui ad invogliare i fantini ad effettuare il girotondo.

Successivamente l'uscita repentina delle Contrade dai canapi, quando si conosce chi sarà di rincorsa, è un atto ormai consolidato ma non certamente strettamente regolare dalla prospettiva della segretezza. In questo tondino si scambiano i saluti alla mamma con un contorno economico di notevole rilevanza ed in barba all'art. 89.

Il tondino, ed è qui che Rosadè casca, fa parte dell'art. 64 per tutte le fasi. Rosadè, con il copia-incolla, ha riproposto a Dinopes l'art. 97 ma ha sbagliato tutto. L'atteggiamento di Dinopes durante il tondino è contemplato dentro l'art. 64 proprio perché emanazione diretta della fase del canape.

L'art. 97 prescrive, come ha copiato Rosadè, che «le infrazioni ... alle diposizioni ... nei riguardi delle quali non sia già specificatamente stabilita la sanzione ...». Ebbene l'art. 64, nel suo co. 3, prevede già la sanzione e, quindi, il 97 nulla ha a che fare.

Un orrore completo di assoluta gravità amministrativa e fuori da ogni dettame di natura contradaiola.

13 dicembre 2024