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Quelle precise motivazioni sulle irregolarità del secolo scorso

Quando, nominata dal Sindaco Piccini, il ruolo di Assessore Delegato era svolto da Anna Carli un caso simile a quello attuale (Nicchio) si verificò nel luglio 1999.

Le argomentazioni dell'Assessore meritano di essere ricordate per la completezza del rilievo sanzionatorio e che, in qualche modo (cioè un riassuntino), dovrebbe ispirare anche Rosadè.

Scriveva Carli nel motivare la censura al Leocorno: «il tentativo ... di fermare in piena corsa un cavallo scosso ha rappresentato un comportamento gravemente rischioso per l'incolumità dello stesso animale, e tale da produrre danno alle altre Contrade ... altera infine il regolare svolgimento della corsa ... il tentativo compiuto da un dirigente ufficiale della Contrada non trova alcuna giustificazione nella dinamica dello svolgimento della corsa; né si può avanzare l'ipotesi che l'intervento del Barbaresco sia stato teso a salvaguardare l'incolumità dell'animale ... pur essendo l'art. 66 rivolto ai fantini, se ne deduce comunque l'obbligo a far effettuare ai cavalli i tre giri della pista anche nel caso di caduta del fantino. L'atteggiamento del Barbaresco del Leocorno era invece palesemente teso a non far effettuare i tradizionali prescritti tre giri dal momento che si rivolgeva ad un cavallo scosso, in testa alla corsa ... è infine da evidenziare che, in base all'art. 70, la vittoria, della prova e/o del Palio, è "conseguita dalla Contrada il cui cavallo ... dopo aver compiuto tre giri della pista, giunga, anche scavezzato, per primo al bandierino del traguardo ... e ciò ancorché il fantino, durante la corsa, fosse caduto ... di conseguenza l'atteggiamento del Barbaresco del Leocomo era teso a ché venisse infranto anche quanto previsto da questo articolo».

Auguriamoci che Rosadè non esegua il diabolico copia-incolla dell'ufficietto.

8 ottobre 2024