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Nella proroga l'ennesimo richiamo ai ritardi delle Regioni

Se con 9 mesi a disposizione il potere politico-("...") non è riuscito a mettere insieme un articolato dpcm, è anche vero che da ben 10 anni gli stessi "confezionatori" dell'ordinanza animalaia insistono a che: «Considerato che talune regioni non hanno ancora dato piena attuazione a quanto previsto dall'art. 8 del citato accordo 6 febbraio 2003 e che, pertanto, atteso il ripetersi, nelle manifestazioni non regolamentate, del verificarsi di incidenti che mettono a repentaglio la salute e l'integrità fisica degli animali nonché l'incolumità dei fantini e degli spettatori presenti, e' opportuno mantenere le misure già previste a carattere generale a tutela della salute e dell'incolumità pubblica nonché della salute e del benessere degli equidi impiegati nelle manifestazioni popolari, pubbliche o aperte al pubblico».

La frase è ripresa dall'ultima "edizione" del 27 maggio scorso, ma il concetto di queste "Regioni che non hanno ancora attuato l'accordo del 6 febbraio 2003" risale a dieci anni fa, precisamente nell'ordinanza animalaia del 7 agosto 2014 a firma del Ministro Lorenzin.

Si può benissimo comprendere come al Ministero della Salute lavorino attraverso i copia-incolla; ma si può anche capire il perché ci si vuole nascondere dietro il dito.

Sarebbe, infatti, molto opportuno conoscere quali siano le Regioni che, nella loro autonomia, dispongono normative precise sulle manifestazioni con equidi ma che non hanno attuato l'accordo del 6 febbraio 2003.

Sicuramente si tratta di frasi copia-incolla e delle quali il Ministero della Salute non fa mistero di interessamento, in quanto non risulterebbe che esistano Regioni che, attraverso le manifestazioni con equidi nel rispettivo territorio, siano venute meno all'accordo del 2003.

5 giugno 2024