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Dedicato a Rosadè. Ecco come nel 1888 il Comune di Siena seppe imporsi alla Procura di Siena In considerazione del fatto che Rosadè, nelle sue interviste, ha voluto evidenziare la sua laurea in Giurisprudenza e visto che, per rispondere agli avvocati palieschi, è necessario che gli atti scritti di risposta siano prodotti da un professionista qual'è, appunto, l'avvocato Rosadè, è opportuno tornare indietro con la storia e partire dal 1888 per comprendere quanto complessa sia la giustizia paliesca e come la stessa affondi le radici in periodi inimmaginabili. La Nippa, che con le sue due guardiane sta illuminando la strada di Rosadè, dovrebbe anticipare le mosse facendosi portare in ufficio una copia della delibera della Giunta Municipale n. 542 del 13 agosto 1888. La richiesta va avanzata all'Archivio Storico del Comune di S. Marco. Ci rendiamo perfettamente conto che entriamo in un labirinto normativo dove sia Nippa che Rosadè annasperanno nel restarci dietro con il passo; mentre su del collo, non trattandosi di semplice un copia-incolla, possiamo accettare il ritiro prima dell'inizio. Cosa avvenne nel 1888? A luglio il fantino che correva nella Giraffa, Santi Sprugnoli, "appena giunto all'imbocco della via S. Martino scese da cavallo e si fermò nel mezzo della pista coll'intendimento forse di molestare gli altri fantini che correvano". Lo Sprugnoli non accettò la squalifica di un Palio e propose ricorso alla Procura che gli dette ragione. La Giunta Municipale si inalberò alquanto, tant'è che nella delibera 542 si legge questa pronta reazione passata alla storia: «Considerato che il giudizio assolutario per paret del Pretore del 1° Mandamento dalla contravvenzione in quella circostanza contestata al postulante Sprugnoli come fantino della Contrada della Giraffa non può esercitare alcuna influenza, perché l'Autorità Comunale è in dovere di applicare disposizioni speciali che non possono rientrare nelle ingerenze dell'Autorità giudiziaria; Considerando che la mancanza commessa dal detto Sprugnoli, e per la quale fu punito da questa Giunta, resulta luminosamente provante, né può distruggerla un'asserita tendenza assolutoria del Pretore; Considerando che amministrativamente il Municipio ha non solo il diritto, ma il dovere di punire i fantini che violano le disposizioni date alle Contrade e ai fantini in occasione delle corse in piazza Vittorio Emanuele ... ». In sintesi, Palazzo si auto-dichiarò superiore all'autorità giudiziaria in merito a sanzioni disciplinari. Era il 1888 e dopo cento anni (nel 1989) arrivò la sentenza del TAR Toscana a suggellare un principio fondamentale per la storia del Palio: a Siena si fa, e si deve fare, come dice Palazzo. Tornando alle dediche per Rosadè, e Nippa di rimbalzo, cosa c'entra il 1888 con il presunto debutto paliesco-organizzativo di Rosadè? La conoscenza delle radici della giustizia paliesca è fondamentale per entrare dentro i complicati meccanismi sanzionatori. Avere in mano la conoscenza delle spigolose angolature con cui si elaborano i testi sanzionatori, rappresenta un quadro perfettamente appropriato all'impegno che attende Rosadè, dopo i disastri annacquati che portano la firma di Giordano, in collaborazione con del collo e soubrette. Se Rosadè riuscisse a comprendere cosa dicevano i suoi avi di Palazzo nel 1888, significa che la strada può aprirsi ad inaspettate visioni di coerenza deliberativa e senza andare a scopiazzare i concetti del Sor Demossi come hanno fatto Giordano, del collo e soubrette. Se però Rosadè non riuscirà a capire il significato di questa dedica, allora sarà opportuno l'intervento della Nippa; sempreché quest'ultima sia lasciata libera di pensare "anche" al Palio visto che di fronte all'intera cittadinanza è suo il volto e di nessun altro. Abbiamo accennato brevemente alla sentenza del TAR del 1989. Ma Rosadè e la Nippa sanno di cosa si tratta? 23 aprile 2024
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