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Come la pensa Martinelli sulla normativa regionale

RIFLESSIONI SUI RAPPORTI TRA IL PALIO DI SIENA E GLI ALBI/ELENCHI/CALENDARI DELLA REGIONE TOSCANA RELATIVI ALLE MANIFESTAZIONI REGIONALI DI RICOSTRUZIONE STORICA…  E ANCHE ALCUNE OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE

 Il Palio non è una manifestazione di ricostruzione storica

Verità indubbia, che in questi anni e con ripetuti interventi, anche recenti, in molti hanno ritenuto di dover ri-specificare e ricordare, criticando quindi l’iscrizione del Palio di Siena negli Albi ecc. regionali di cui alla legge regionale 3.8.2021 n. 27 in materia di rievocazioni storiche regionali.

Credo che pressoché tutta la comunità  contradaiola - per ragionamento, sensibilità e passione - sia d’accordo con l’affermazione che il Palio non è una ricostruzione storica. Quindi i ripetuti interventi di cui ho detto solcano un terreno già arato e seminato. Comunque utili secondo il detto latino repetita iuvant.

 Posizione della precedente Amministrazione Comunale

E’ evidente che detta Amministrazione, da un lato aveva ben chiaro che il Palio non è una manifestazione di ricostruzione storica, e dall’altro lato riteneva che avere iscritto il Palio negli Albi ecc. regionali non ne svilisse la natura, ma offrisse una tutela ai suoi ‘attori’ nei confronti della legislazione penale in tema di maltrattamento degli animali.

A questo proposito occorre ricordare che la legge n. 189/2004 ha modificato il codice penale prescrivendo, tra l’altro,   che “ le disposizioni del Titolo IX-bis del libro II del codice penale ‘Dei delitti contro il sentimento per gli animali’ non si applicano alle manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente”.

Ne deriva che a quelle delle manifestazioni di rievocazione storica iscritte negli Albi ecc. della Regione Toscana che (i) utilizzino animali, in particolare equidi, e (ii) siano autorizzate dalla Regione (ai sensi della legge regionale 20 ottobre 2009 n. 59 in tema di tutela degli animali), non si applicano le disposizioni penali in tema di maltrattamento degli animali : cioè appunto il libro II, Titolo IX-bis  del codice penale.

 Sotto questa angolazione è probabile che il Comune di Siena si trovi a dover valutare l’opportunità di mantenere o meno l’iscrizione del Palio negli Albi ecc. regionali (domanda da eventualmente presentare entro il prossimo 30 aprile) in un momento in cui non sia  ancora chiarito il futuro quadro normativo che sarà a regolare, anche nei suoi riflessi penali,  la materia delle manifestazioni storiche con utilizzo degli animali, in particolare dei cavalli.

 Non partecipazione al “Bando” per i contributi regionali

         L’Amministrazione Fabio ha già reso noto che non parteciperà al Bando indetto dalla Regione Toscana (scadenza per le domande: 29 gennaio 2024) per ottenere i contributi di sostegno alle manifestazioni di rievocazione storica previsti dalla legge regionale n. 27/2021.

         Da un lato, è stato detto che i contributi sono di importo esiguo, una goccia nel mare rispetto all’impegno economico per l’organizzazione della Festa. Osservazione corretta: i 6.000 euro ricevuti nel luglio dello scorso anno, cui possono aggiungersi i 10.000 euro incassati dal Comune nel dicembre 2021, sono invero poca cosa.

Da ricordare comunque anche il contributo di 30.000 euro assegnato al Comune di Siena nel febbraio 2023 dal Ministero del Turismo per lo svolgimento dei Pali del 2022. Contributo non della Regione Toscana ma di cui è stato possibile beneficiare – precisò la precedente Amministrazione Comunale - “solo grazie all’scrizione del Palio nell’albo regionale delle manifestazioni di ricostruzione storica”.

         Dall’altro lato, è stato giustamente ribadito che “il Palio è un’altra cosa” rispetto alle manifestazioni di ricostruzione storica. Nella stessa occasione di cui sopra il Sindaco De Mossi non mancò di chiarire che, a suo giudizio, cogliere l’opportunità dei contributi statali e regionali  non condizionava in alcun modo la nostra Festa “che tutti noi riteniamo unica nel mondo”.

 Albi/Elenchi/Calendari della Regione Toscana relativi alle manifestazioni di ricostruzione storica

Come il lettore avrà notato, sin qui abbiamo più volte utilizzato il gruppo di parole che introduce questo paragrafo, spesso abbreviandolo in “Albi ecc.”. Ora spieghiamo.       

Durante il recente incontro del Sindaco con i Capitani delle Contrade, dopo la notizia della non partecipazione al Bando Regionale per i contributi così si legge nella cronaca cittadina di un quotidiano nazionale: “Diversa è l’iscrizione nell’elenco delle manifestazioni di ricostruzione storica” – (la cui domanda, come detto, scade il 30 aprile) - “da qui al 30 aprile prossimo, quindi, palazzo pubblico valuterà se è opportuno restare in tale elenco”. A beneficio del medesimo lettore proviamo a fare un po’ di  chiarezza.

Il Comune di Siena è l’Ente Locale che ha la soprintendenza e la direzione dei Pali e al quale spetta l’alto patrocinio delle Contrade.  Ora, secondo la legge regionale n. 27/2021 gli Enti Locali non sono iscritti all’Elenco regionale delle associazioni di rievocazione storica. Essi, entro il 30 aprile di ogni anno, possono presentare domanda per essere iscritti nel “Calendario regionale, articolato su base provinciale, delle manifestazioni di rievocazione storica”. Il Calendario è stato definito “la fonte del riconoscimento ufficiale delle manifestazioni storiche” (così al punto 10 del Preambolo della legge n. 27/2021).

         Come già detto prima, alle manifestazioni storiche iscritte nel Calendario regionale che utilizzano animali e sono autorizzate dalla regione  non è applicabile la legislazione penale in tema di maltrattamento degli animali. Allora la domanda è: quale sarebbe la posizione del Palio di Siena se non restasse iscritto al Calendario regionale? A mio giudizio la risposta è questa: il Palio di Siena è una manifestazione immensa, storica e culturale, certo, ma ovviamente anche molto di più; quindi, iscritta o non iscritta nel Calendario, rientra in ogni caso tra quelle manifestazioni  cui, a seguito dell’ autorizzazione della Regione, non si applica la legislazione penale sul maltrattamento degli animali. Ritengo infatti che l’iscrizione nel Calendario non sia richiesto dalla legge quale requisito indispensabile per ottenere l’autorizzazione della Regione all’effettuazione di manifestazioni con l’utilizzo di animali.

 Possiamo efficacemente difenderci da soli?

    Quanto ora detto non fa comunque venir meno l’importanza che venga effettuata, da parte del Comune di Siena,  quella valutazione di opportunità di cui ho scritto nell’ultimo periodo del paragrafo “Posizione della precedente Amministrazione Comunale”. Ciò sia perché quella sopra espressa, alla fine del paragrafo che precede, è solo la mia opinione, ragionata ma pur sempre personale, sia per le seguenti riflessioni di carattere generale.

Il Palio di Siena, proprio per la sua originalità e unicità, è sempre più soggetto ad attacchi strumentali, quando non proprio vergognosi. Abbiamo mezzi per difenderci,  lo facciamo e continueremo a farlo;  ma è prevedibile che la situazione divenga  ancora più difficile. Ed è altresì ipotizzabile che più isolati siamo, più problematica è la difesa. Sul punto un ricordo significativo.

         Circa 20 anni fa era in corso una stagione di grave contrasto delle Contrade (e Società di Contrada) contro l’Amministrazione Finanziaria. Molte le cause in corso dinanzi alle Commissione Tributarie, con esiti non sempre favorevoli alle Contrade. Fu cercata allora  una soluzione attraverso una legge, sostenuta dai parlamentari senesi d’intesa con il Magistrato delle Contrade. Furono presentate delle proposte di legge riguardanti specificamente il Palio e le Contrade di Siena: ma questa strada non poté essere proseguita perché ci veniva eccepito che il Palio non poteva avere un trattamento normativo diverso da altre manifestazioni storiche esistenti in Italia.

         Furono allora chiuse con transazioni le cause in corso e per il futuro la difesa delle contrade fu (e tuttora resta) affidata alla legge finanziaria 27 dicembre 2006 n. 296 la quale, al comma 185 dell’art. 1, ebbe a disporre che “le associazioni che operano per la realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi e alle tradizioni delle comunità locali” erano esentate dal pagamento dell’imposta sui redditi e dagli obblighi in tema di ritenuta di acconto. Nel primo elenco (previsto con cadenza annuale e inserimento su domanda degli enti interessati) redatto dal competente Ministero nel luglio 2008 erano riportati più di 700 enti cui si applicava la normativa fiscale agevolativa. L’ultimo elenco, relativo al periodo di imposta 2023,  ne contiene 140:  molti meno, ma in ogni caso ancora un bel numero. Nei primi posti sempre le Contrade di Siena e le Società di Contrada.

         Nell’occasione venimmo quindi a patti con l’Amministrazione Finanziaria nonostante che la storia delle Contrade nei rapporti con il Fisco si fosse sino ad allora svolta in termini del tutto diversi, non brontolammo poi tanto nel vedere le Contrade riduttivamente definite come “Associazioni”, nella sostanza non contestammo di essere accostati ad altre entità dalle caratteristiche diverse, quando non lontanissime dal mondo della nostre Contrade. Certo: l’occasione era particolare, il pericolo per le Contrade piuttosto evidente, grave e incombente. Si dovette quindi far buon viso a cattivo gioco: con un risultato peraltro piuttosto positivo, visto che dal 2007 è sostanzialmente ininterrotta, salvo casi sporadici, la pace con l’Amministrazione Finanziaria.

         D’accordo. Il caso dell’inserimento o non inserimento del Palio di Siena negli Albi ecc. delle manifestazioni di ricostruzione storica della Regione Toscana è ben diverso, certamente meno eclatante e meno coinvolgente, anche se per certi aspetti (ad esempio quello penale) non del tutto tranquillizzante. Ma la domanda di cui al titolo del presente paragrafo sembra comunque potersi legittimamente riproporre.

Concludo riportando, per una qualche completezza del quadro, le parole di un illustre storico e docente senese che, in un’intervista di qualche tempo fa pubblicata nella cronaca cittadina, ebbe ad affermare, in controtendenza rispetto all’opinione dominante,  che ”Il corteo storico è inevitabilmente ‘rievocazione storica’ ed essere con tanti altri in un elenco cosa toglie al Palio? Sono lamentele inutili perché si svetta ovunque quale che sia l’elenco”.

 Roberto Martinelli

 NOTA

Riepilogo di seguito le disposizioni regionali e statali richiamate nell’articolo.  

I riferimenti normativi sono aggiornati al gennaio 2024

 Tutela degli animali: Legge regionale 20 ottobre 2009 n. 59 “Norme per la tutela degli animali […]“ e Decreto del Presidente della Giunta Regionale 4 agosto 2011 n. 38 di attuazione di detta legge).

 Manifestazioni storiche della Regione toscana: Legge regionale 3 agosto 2021 n. 27 “Valorizzazione del patrimonio storico-culturale intangibile e della cultura popolare della Toscana. Disciplina delle rievocazioni storiche regionali”

 Legislazione penale in tema di maltrattamento degli animali: Legge 20 luglio 2004 n. 189 “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”.

Abbiamo precisato nel corso dell’articolo che questa legge prevede  che le disposizioni penali in tema di maltrattamento degli animali non si applicano alle manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente. E’ opportuno ricordare che la Regione Toscana ha “delegato” il rilascio delle autorizzazioni ai Comuni dove le manifestazioni si svolgono.