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Ecco a chi devono essere richieste le discolpe

Questa è la settimana della vigilia, poiché da lunedì 9 tutti i giorni sono buoni per apprendere, dall'Albo Pretorio, a chi l'Assessore Giordano, attraverso la Nippa, avrà chiesto le discolpe per le scorrettezze regolamentari compiute nel 2023.

Se le richieste di discolpa non vengono notificate dai messi entro venerdì 14, è facile prevedere che, come ha fatto Fazzi nel 2022, anche Giordano richieda le discolpe per l'intera annata mettendo in confusione gli avvocati palieschi che, in sette giorni, dovranno lavorare giorno e notte per smontare le accuse.

Al di là dei tempi di notifica, l'Ufficio Ombra di Palazzo ha, da tanto tanto tempo, elaborato i vari dossier basandosi sulla visione diretta degli avvenimenti, sulle riprese televisive e sulle fonti giornalistiche. Insomma sui "fatti notori", molti dei quali, sicuramente, non verranno segnalati nei rapporti di deputatini, ispettorini e mossierino.

Una premessa più che doverosa e che dovrebbe compiere anche la Nippa. Ogni Palio ha una storia a sé e presenta infrazioni che, pur collocandosi nello stesso articolo, non sono mai simmetriche e né automatiche. Il 2023 è stato un'ulteriore dimostrazione di quanto appena affermato.

Ne deriva, di conseguenza, che la lettura fatta abbia "abbracciato" entrambi i Palii perché la linea sanzionatoria, che la Nippa dovrà conservare per tutto il suo mandato elettorale, richiede uniformità di giudizio con quella necessaria elasticità di inquadrare l'infrazione nello svolgimento dell'azione. Una chiara dimostrazione di quanto detto è la mossa di luglio rapportata a quella di agosto.

Un'ultima osservazione, che certo non piace né a Michelotti, né a del collo: la linea seguita è quella dell'era Demossiana; volenti o nolenti appare quella con meno sbavature rispetto al recente passato sanzionatorio.

Le richieste di discolpa per Provenzano

Si inizia con la seconda prova, in occasione della quale si sono verificate "diverse" infrazioni durante l'allineamento tra i canapi e al termine della corsa.

L'azione di disturbo attuata dal Murtas va oltre il dettato dell'art. 64; il fantino rischia grosso. La reazione del Bartoletti rientra nell'art. 64 e anche per lui si aprono le porte della richiesta di discolpa. Tra le due Contrade di riferimento, per questo episodio e secondo l'era Demossiana, chi rischia la sanzione è la Tartuca e non certo la Chiocciola.

Chiocciola che, però, si troverà a dover rispondere dell'episodio in cui un suo ex-dirigente (qualificato) poteva realmente far scattare turbativa all'ordine pubblico innescando "complicazioni". Per questo episodio la documentazione dei deputatini risulterà fondamentale, a meno che tutti e tre non siano stati "attratti" dall'uscita delle altre Contrade. Non si può parlare di fronteggiamento, usando le parole del sor Demossi, tra i due popoli che, correttamente, si sono solo annusati a distanza.

Arriviamo alla fase della mossa; qui, come accennato, è necessaria una valutazione in linea con agosto. Se la Nippa "pigia" per Provenzano, ad agosto ci sarà grande lavoro sanzionatorio.

La mossa di luglio è stata, nella sua lettura complessiva, molto lineare ed ha di fatto scandito tre posizioni: quella delle tre Contrade ai primi tre posti; quella delle altre sei Contrade perfettamente tranquille; quella della rincorsa. Un allineamento perfetto, lineare secondo il Regolamento; ad agosto non è stato proprio così.

Per Provenzano si ipotizza una lettura della responsabilità dell'Ente Contrada diversa in parte da quella attuata dal sor Demossi, con il Nicchio, come si è visto, in trepidante attesa delle decisioni della Nippa.

L'ostacolo dell'Onda è stato corretto e secondo la tradizione paliesca; al Sanna è impossibile che vengano richieste discolpe anche se, a centellinare le immagini televisive (azione che abbiamo effettuato per tutto il mese di luglio), qualcosina di traverso allo Zeddino è apparso che possa esistere.

Lo stesso Zeddino è stato pizzicato nel cambio volontario di posto in occasione di una fase della mossa, dove è salito sopra il sardo-tedesco. Per cui se, in modo leggero, si vuole sanzionare il Sanna, lo stesso deve essere rivolto allo Zeddino.

Il sardo-tedesco non ha commesso quelle scorrettezze proibite dall'articolo 64; solo un continuo girare su stesso che ha creato "disturbo" allo Zeddino, ma non in maniera palese come appariva in un primo momento e le immagini sono a suo favore.

Per Onda, Torre e Selva non si ravvisano elementi che facciano scattare richieste sanzionatorie stabilite dall'era Demossiana.

Altra fase della mossa di interesse sanzionatorio è rappresentata dall'atteggiamento del Bartoletti di rincorsa, che in varie occasioni si è rifiutato di entrare al verrochino. I richiami del Mossiere sono stati ben sentiti e sono due e, secondo l'interpretazione della mossa riscritta da Piccini nell'agosto 1991, Bartoletti rischia grosso. I precedenti sanzionatori per la rincorsa sono stati per Silvaninocaro (squalifica) e per Minisini (ammonizione); il richiamo alla rincorsa è l'unica "arma" in mano al Mossiere per i tempi della mossa. Quando il Mossiere distribuisce richiami e avvertimenti alle nove tra i canapi è un semplice abuso di potere, che non ha alcuna valenza sanzionatoria; l'unico elemento in mano al mossiere è il richiamo alla rincorsa che non vuole entrare. Alla Nippa l'opportunità di scrivere qualcosa di storico, sempreché Bartolino-senza-febbre abbia fatto menzione nel suo rapporto. Ne dubitiamo. L'eventuale coinvolgimento della Chiocciola, chiamata in causa per l'atteggiamento del Bartoletti, è pressoché certo.

Poi l'immediato post-Palio, con l'intervento ai danni del sardo-tedesco che avrebbe potuto creare seri problemi al mantenimento dell'ordine pubblico. Qui molto dipende dalla relazione dei deputatini e dai dati che sono riusciti a recuperare ed allegare. La Torre rischia grosso grosso poiché l'autore dell'evento è un dirigente in carica, anche se poi sostituito in un periodo successivo (ma questo Giordano non può saperlo). Per di più, la dinamica del fatto non richiama alcuna attenuante al gesto.

Per concludere la gente in pista e la turbativa all'ordine pubblica. Qui altro che pagine di storia è chiamata la Nippa a scrivere. Dare un preciso segnale è suo dovere attraverso l'unica arma che possiede: le sanzioni.

Ricapitolando per Provenzano ci troviamo a vedere notificate le richieste di discolpa per Murtas, Bartoletti, Sanna, Zeddino, sardo-tedesco, ancora Bartoletti, Tartuca, Chiocciola e Torre.

Le richieste di discolpa per agosto

Prima dell'analisi delle fasi della mossa c'è da valutare l'episodio della seconda prova, che ripropone quello di Provenzano. Pusceddu che si muove arbitrariamente tra i canapi per ostacolare il Bartoletti e reazione di quest'ultimo al di là dei limiti. Entrambi i fantini, pur con Bartoletti in modo minore, destinati a ricevere la notifica; mentre tra le Contrade di riferimento sarà l'Aquila a dover chiarire la posizione. Insomma uno specchio uguale a Provenzano, con un unico denominatore comune: il Bartoletti.

La mossa di agosto è un vero caos, con il diretto e continuo atteggiamento di ostacolo dell'avversaria da parte di Carboni (Torre) e Pusceddu (Aquila), al quale non potrà mai essere addebitato l'uso corretto e regolamentare del nerbo (come già evidenziato nei particolari).

L'era Demossiana, riguardo il volontario disturbo delle operazioni di allineamento tra i canapi, è stata chiara e ben coerente; adesso tocca alla Nippa riproporre le stesse dinamiche o giustificare la diversità sanzionatoria. Torre e Aquila rischiano grosso, grosso, grosso.

Dalle immagini televisive i disturbi all'allineamento sono iniziati già dal primo ingresso da parte dei due fantini di riferimento; vale a dire che è ormai notorio che, dopo le prime fasi di allineamento, il Mossiere mandi tutti fuori dai canapi. Nonostante questa "diffusa" e arbitraria interpretazione del Mossiere, i due fantini hanno iniziato al primo ingresso a disturbare i rispettivi rivali.

C'è di più, oltre il danneggiamento: il cambio perpetuo della posizione di chiamata, con Pusceddu che si posizionava alla destra di Bartoletti e con Carboni che sistematicamente bollava il Sanna.

Nelle fasi della mossa si sono poi registrati cambi di posto evidenti da parte di Enrichetto, che ha abbandonato la seconda posizione, e dello Zeddino che, trovandosi a contatto del Murtas, ha ben pensato di porre di traverso il cavallo.

Le fasi della mossa risulteranno complicate per Carboni, Pusceddu, Zeddino ed Enrichetto e di conseguenza per le rispettive Contrade, con al vertice la posizione di Torre e Aquila. Queste ultime, a differenza dell'Onda di Provenzano, difficilmente potranno aggrapparsi alla filosofia della correttezza della tradizione paliesca, come l'era Demossiana ha sancito.

Il bivio per la Nippa è semplice: proseguire sul dettato Demossiano, o articolare una svolta dal sapore di rigirata?

Poi la gente in pista per l'incolumità individuale e non solo; tutto dipende da come la Nippa ha analizzato la questione di Provenzano.

Riteniamo di non aver trascurato nulla; poi, come solito, noi possiamo sempre rimediare ma la Nippa no.

5 ottobre 2023