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Sindaco e suo delegato nel Regolamento

Non esiste alcuna possibilità, per il Nippe o la Nippa, di delegare le proprie responsabilità paliesche di fronte alla città a qualsiasi fonte esterna. Per cui chi salirà sul Palco dei Giudici la mattina del 29 e, successivamente, in quello dell'assegnazione non potrà che essere il Sindaco eletto democraticamente dalla cittadinanza del Comune il 29 maggio.

Del resto lo stesso Regolamento per il Palio prevede la possibilità di delega solo in due occasione, ma sempre nel richiamare ilruolo di Assessore, quindi di un componente interno a Palazzo. Gli articoli in questione sono il 20 (in occasione dell'estrazione) e il 94 (per la Commissione che deve decidere il vincitore del concorso per il Drappellone).

C'è, in verità, la delega da parte del Sindaco ad un proprio Assessore per la giustizia paliesca, ma si tratta di un campo ristretto e delimitato nonostante la stampa locale, carente nella conoscenza delle norme, non abbia ancora capito che non esiste, perché non può esistere, il ruolo di Assessore al Palio.

Se fosse stato ancora in vigore il Regolamento del 1906, entrato in vigore nel luglio 1907, il Nippe, o la Nippa, avrebbe potuto ancorarsi all'art. 3, ma ciò non è certo oggi possibile.

Vero è che nell'art. 103, per finire, c'è nella "confusione generale" un preciso richiamo a non definiti "delegati" del Sindaco; ma l'appiglio non può certo consentire l'evasione del Sindaco dalle sue precise responsabilità davanti all'intera cittadinanza.

Nessuno dall'esterno di Palazzo, e nemmeno un Consigliere comunale, può subentrare alle mansioni paliesche del Sindaco. Lo prevede il Regolamento, lo prevede la consuetudine, lo obbliga il susseguirsi della storia, come agli inizi del '900 ebbe felicemente a sostenere Bettino Marchetti a cui dovevano essere demandate tutte le "faccende di Palio".

Il 29 maggio il Nippe, o la Nippa, dovrà rimboccarsi le maniche e pensare da solo "anche" all'imminente pagina organizzativa di Provenzano.

26 aprile 2023