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New Orleans: un troiaio di cui veramente vergognarsi

Due gli aspetti positivi che devono essere posti in risalto perché lo meritano. Il primo è la pubblicità gratuita, senza spendere una lira che sia una, dell'immagine del Palio e di Siena "osservata" da milioni di pesone; la seconda è l'impegno del rione di New  Orleans, Rex, nel presentare dei carri veramente belli e non da cilandroni. Se fossero rimasti dentro i capannoni sarebbe stato meglio.

Al di là di questo la carnevalata di New Orleans non ha fatto altro che ribadire i concetti espressi negli anni '30 da Alberto Camucci, secondo il quale i simboli delle 17 Contrade trovano la loro allocazione solo ed esclusivamente dentro le mura. Punto.

A New Orleans non c'erano né coriandoli, né stelle filanti, ma solo le collane; ma c'era tutto il confezionamento di una città simbolo dell'America. New Orleans non ha certo bisogno di essere presentata al mondo: è un carnevale costante tutti i giorni.

Allorché Rex ha pensato di raffigurare il Palio con le 17 siamo scivolati veramente in basso: uno scimmiottamento che avrebbe fatto esultare solo gli yankee o le zone paduli. Siena esce a bocca storta e, forse, a nulla vale il pannicello caldo della gratuità di cui abbiamo parlato prima.

Resta un forte interrogativo: se non è possibile buttare via eurini per coprire con il copyright l'intero globo, siamo sicuri che, sulla spinta di New Orleans, si possa contrastare il commercio al di là dei confini nazionali?

Alberto Comucci aveva centrato il problema; il provincialismo anche esasperato non abita a New Orleans.

24 febbraio 2023