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Le corse alle regolari sono delle vere mattanze

A Siena bastano due gocce d'acqua per far sventolare alle trifore, prima, la bandiera bianca e, poi, del caso quella verde. Tutto rinviato a Siena, mentre nei luoghi, dove assistono poco più di cento persone e si disputano le cosiddette "regolari", si corre anche su terreni che "ospitano" abbondanti acquazzoni.

Ne sono la riprova i filmati che immortalano le recentissime corse in veri acquitrini a Villacidro e Follonica; è la dimostrazione che quelli bravi delle "regolari" non hanno la minima attenzione per il benessere del cavallo, ma ritengono essenziale, come più volte sostenuto da decenni da queste pagine, l'impegno per salvaguardare lo scommettitore che produce reddito alle casse statali.

A Siena, prima di arrivare in Piazza del Campo, i cavalli sono sottoposti a visite che, anche se assomigliano fino al 2022 a dei semplici annusi, consentono pur sempre una parvenza di attenzione verso l'equide.

Nelle "regolari" non avviene così; possono correre, a differenza di Siena, cavalli con il ditino rotto, e non solo. Basta iscriversi, mettersi in lista, e poi correre. Il Ministero, attraverso le sue direzioni, non predispone alcun preventivo passaggio veterinario; i cavalli passeggiano nel tondino, poi vengono mandati in pista senza alcun tipo di controllo.

Il prelievo di sangue, dopo la corsa, serve solo per garantire lo scommettitore non certo il benessere del cavallo. A Siena avviene tutto il contrario, anche se i cavalli vengono annusati.

Giocare la vittoria, o il piazzamento, del cavallo è lo scopo principale perché esistono in Italia gli ippodromi, frequentati dai soliti gatti e ritenuti dai veterinari delle varie Asl (che se ne stanno sempre al tavolino) degli esempi da seguire.

Le misure necessarie per salvaguardare la salute ed il benessere del cavallo esistono solo a Siena, non certo negli ippodromi e nelle relative strutture esaltate dagli ambienti del Ministero della Salute.

Continua.

19 dicembre 2022