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Quel giorno io non c'ero, ma è come se ci fossi sempre stato C'è un giorno che scandisce, da quanto è sorto il sole, tutti i giorni di Siena e dei suoi ragazzi: quel giorno è il 4 settembre e l'anno è quello del 1260. Quel giorno chi scrive, ma anche chi legge, non era presente, nel senso che proprio non c'era. Eppure i sogni e la fantasia hanno voluto ricercare un mondo mai vissuto, ma sempre presente. Quel 4 settembre ha stampato l'orgoglio di Siena, dei suoi senesi del secolo scorso che sono nati nel mito di una battaglia che ispirò anche quel bischero di Dante; quel giorno salvò Siena dalla distruzione completa. I sogni di oggi rincorrono situazioni e sensazioni troppo immaginate e ricostruite per far tornare tutto alla perfezione; oggi si può ancora respirare l'orgoglio con cui siamo cresciuti. Poi ci accorgiamo, come fanno le coreografie degli scimmiottamenti, che si pensa di ricostruire con superficiale e semplice immaginazione quel giorno; tanto per esaltare l'esibizionismo innato. Vero è che la Passeggiata delle patacche sul tufo è tangibile segno dell'esibizionismo senese; ma trucidare un sogno così perfetto, che abbiamo sempre inseguito nella fantasia, appare solo una forzatura di puro folklore costruito con la cartapesta. 4 settembre 2022 |
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