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Fra interviste a capitanini e fantini, cosa resta per il Popolo delle Contrade?

A volersi divertire nell'archiviare dichiarazioni rese copiosamente da parte di capitanini, onorandini, fantinini e fantini, ci sarebbe veramente da scrivere un trattato nel quale emergerebbe tutto ed il contrario di tutto.

Le interviste carpite dagli organi di stampa e da quelli via etere, il volersi "abbandonare" ai microfoni e taccuini costituiscono una parte essenziale dell'attuale "immagine" del Palio ricercata oltre ogni limite.

I Popoli delle Contrade sono costretti ad annotare, leggere e metabolizzare ciò che, contrariamente alla tradizione contradaiola, viene spifferato ai quattro venti sulla scelta del fantino, sulle condizioni del cavallo e su tutto ciò che, una volta, costituiva la "relazione Palio". Assistono impassibili ad una incredibile successione di atteggiamenti nella cura dell'immagine perché, senza il fattore Palio, non potrebbero costituire motivo di attrazione e di interesse.

E' stucchevole, prova dopo prova, formulare le stesse identiche interviste che producono le stesse identiche risposte; stucchevole quanto inopportuno per il rispetto che i capitanini sono obbligati a riservare ai rispettivi contradaioli.

Uno stop a questo declino di immagine ci sarebbe e dovrebbe arrivare dagli onorandini ed onorandone, Se però si analizza lo scrupoloso disinteresse per le problematiche contradaiole (leggi per tutte la sentenza di Firenze sui confini) l'onorandone risulta assolutamente inadatto a dover fissare precisi paletti, anche perché, e soprattutto, anche all'onorandone piace tanto tanto, con il sorriso sulle labbra, rilasciare interviste del niente e del vuoto assoluto.

Allora la soluzione ideale deve arrivare dalla base, dal popolo zozzo che deve imporre rispetto e far sì che il rispettivo capitanino, assieme all'onoradino, debbano smettere di effettuare le relazioni paliesche all'aperto con tanto di TG nazionalizzati.

Ci riuscirà il popolo zozzo?

23 agosto 2022