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L'intervento di Iota
Mi si chiede in particolare se, in merito a
quanto è
successo alla mossa di Provenzano:
a) sia stato violato il regolamento;
b) si doveva ricorrere alla seconda busta;
c) con quale autorità è stata messa la Pantera di rincorsa.
In merito al primo quesito ritengo che non sia
stato assolutamente violato il regolamento del Palio e ciò per le
motivazioni di cui in appresso.
Mi si chiede inoltre se, a mio avviso, si
doveva ricorrere alla seconda busta dopo l’annullamento della prima mossa o
comunque a seguito dell’uscita di scena della contrada di Leocorno a seguito
dell’infortunio del cavallo.
Giova premettere che il termine “rincorsa“ è citato in soli due articoli del
regolamento e precisamente agli articoli 65 e 85 e che il medesimo
regolamento - come noto - non definisce prerogative e facoltà della
“rincorsa” stessa.
Le questioni sono diverse e meritano due
diverse spiegazioni.
L’art. 65 comma 5 lett. b) del regolamento del
Palio prevede che, nel caso in cui il Mossiere decida lo scoppio del
mortaretto dopo la mossa, vi è obbligo di ricondurre i cavalli nel Cortile
del Podestà (e quindi procedere con la seconda busta), solo ove “il Mossiere
abbia avuto intenzione di dare la mossa, ma questa sia risultata, a suo
giudizio, non valida ed il Mossiere stesso abbia segnalato tale circostanza,
dopo lo scoppio, sventolando una bandiera verde ed issandola, poi, sul
Verrocchio.”
Si tratta quindi di una decisione che
scaturisce dal giudizio insindacabile del Mossiere e non di una operazione
automatica ogni qual volta venga scoppiato il mortaretto per l’annullamento
della mossa.
La storia degli ultimi trent’anni di palio ci
rammenta peraltro come questa facoltà insindacabile del mossiere sia stata
sempre e comunque rispettata.
E’ ovvio che si tratta di una questione molto
delicata, dal momento che - in alcuni casi - è molto difficile stabilire se
la mossa sia stata annullata dopo che il mossiere aveva avuto intenzione di
dare la mossa o se costui sia stato costretto ad annullarla per una
forzatura, per un ingresso non autorizzato della rincorsa, per una eccessiva
animosità dei cavalli dentro i canapi o per una caduta, senza che vi fosse
l’intenzione di dare la partenza.
Come detto, è lo stesso mossiere ad avere la
insindacabile facoltà di stabilire quale fosse la sua intenzione nel
momento.
Nel caso di specie, così come avvenuto decine
e decine di volte negli anni scorsi, il mossiere ha evidentemente ritenuto
di non avere avuto l’intenzione di dare la mossa, per cui costui ha
correttamente ritenuto che non si fosse verificata l’ipotesi di cui
all’articolo 65 comma 5 lett. b).
Trattasi, ad avviso del sottoscritto, di una
corretta interpretazione dell’articolo in oggetto poiché, ove si ritenesse
che, in ogni caso, quando il mossiere ritiene di abbassare il canape vi sia
sempre e comunque la volontà di dare la partenza, ciò porterebbe alla
assurda ed ingestibile conseguenza di cambiare in sequenza 3 o 4 buste
nell’arco di mezz’ora.
In più, a mio avviso, ciò determinerebbe la
possibilità di illegittime strumentalizzazioni da parte dei fantini e delle
contrade che, solo al fine di ottenere il cambio della busta e la modifica
di una posizione al canape non gradita, potrebbero essere interessati ad
ottenere l’annullamento della mossa per ottenere in automatico il cambio
della busta.
Diverso è invece il caso della Pantera che, a
seguito dell’infortunio del cavallo del Leocorno, è stata “spostata“ dalla
nona posizione risultante dall’ordine di cui alla busta, alla posizione di
rincorsa.
Anche in questo caso ritengo pretestuose e
fuorvianti le critiche all’operato del mossiere e le affermazioni secondo
cui vi sarebbe stata, in tale frangente, una violazione del regolamento.
Valga il vero. In primo luogo è bene precisare
che il regolamento del Palio non prevede le conseguenze della forzata
esclusione di una contrada, a seguito dell’infortunio del cavallo o
dell’infortunio del fantino avvenuti dopo la lettura dell’ordine ai canapi.
La logica e la prassi adottata da sempre,
hanno determinato la decisione di proseguire con l’ordine di mossa
originario, con conseguente “slittamento“ delle contrade nell’ordine della
mossa.
Ovviamente tale prassi è sempre stata adottata
per il caso in cui l’infortunio avesse riguardato una contrada sorteggiata
all’interno dei canapi.
Orbene, si ritiene che all’interno del
regolamento del Palio non vi sia alcuna norma che imponga un diverso
atteggiamento per il caso in cui oggetto di esclusione per infortunio sia la
contrada sorteggiata di rincorsa (considerato, come sopra ricordato, che la
figura della rincorsa non è in alcun modo “codificata“ nel regolamento del
Palio e che non v’è alcuna definizione circa lo status di quest’ultima).
Per tale motivo, non v’è alcuna ragione per
cui, nel caso di infortunio che andasse a penalizzare la contrada di
rincorsa, non si debba procedere con lo “slittamento“ della nona contrada al
canape, con il suo posizionamento di rincorsa.
Di sicuro si ritiene che l’infortunio che
penalizzi la contrada di rincorsa, con conseguente impossibilità di
partecipare al Palio, non possa determinare in alcun modo il cambio della
busta, poiché non vi è alcuna norma che lo prevede (difatti l’unico articolo
- art. 50 -che tratta della “impossibilità della contrada di correre il
Palio“, non specifica in alcun modo quali siano le conseguenze di tale
esclusione sull’ordine della mossa).
Ed anche per ciò che riguarda il Regolamento
del Palio riteniamo che debba valere il noto brocardo latino secondo cui
“ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit”.
Nella speranza di aver fornito alcuni
interessanti spunti di riflessione
Iota |
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