SUNTO

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L'intervento di Theta

 

La mossa “buona” del Palio del 2 luglio è stata molto chiacchierata e se lo è meritato. Ma ciò che ha sconcertato non è stato solo il momento in cui è stato abbassato il canape e convalidata la mossa quanto tutto ciò che c’è stato prima.

Partiamo dalla prima mossa invalidata: solo la Lupa non aveva trovato posto (colpa del fantino, del cavallo, delle altre contrade?) ma non è certo la prima volta che in casi simili (magari anche con più contrade non allineate)  i mossieri hanno deciso in maniera diversa. Cercare l’allineamento perfetto per le 10 partenti è il sogno di ogni mossiere, ma la realtà è ben altra: infatti una volta annullata la mossa “quasi buona” spesso si finisce (magari per stanchezza) per convalidarne una peggiore quanto ad allineamento. Così è successo; ed era difficile che avvenisse ciò che è avvenuto: con 5 contrade tra i canapi e una di rincorsa i fantini non hanno voluto (o potuto?) non danneggiarsi a vicenda abbassandosi in un mucchio inguardabile. Il Mossiere poteva annullare anche questa partenza? Certo, ma è mancata la volontà ed è subentrata la stanchezza per una situazione surreale. Insomma hanno vinto i fantini ed ha perso il Mossiere. Magari non tutti perché dall’ammucchiata si è svincolato per primo il Drago (e la rincorsa ha trovato vita facile con la pista vuota); le altre quattro  contrade sono partite in ritardo regalando oltre venti metri alle due battistrada; fatto questo che, per la Torre visto il recupero fatto, ha voluto dire un handicap fondamentale per l’esito del Palio.

La caduta del Bruco, con esclusione dalla corsa per i danni riportati dal fantino e l’urto del cavallo del Leocorno al verrocchino, con esclusione anche di questa contrada per inidoneità del cavallo che ne è conseguita, hanno doppi responsabili in entrambi i casi. Il Bruco ha fiancato troppo presto avendo visto muoversi la rincorsa (e il Mossiere non è stato vigile come invece lo era stato per una prova in quasi analoga situazione), per il Leocorno incappato in un incidente abbastanza inconsueto si dice che la responsabilità sia da attribuire al cavallo che  si “buttava” ma anche il fantino a me pare non esente da colpe.

Questo, ed altro ancora, vedi esclusione sanzionata nella notte del 1 luglio e nella mattina del 2 nei confronti di Istrice e Civetta hanno reso il palio qualcosa di inaccettabile: la festa attesa per due lunghi anni che prevedeva, per il suo ritorno, una incontenibile esplosione di gioia almeno per dieci popoli, è divenuta fonte di amarezza profonda, tristezza e ricerca – giustamente feroce – dei responsabili. A me sembra che questi siano stati ormai individuati fino al punto di poter dire che nessuno dei coorganizzatori o attori è esente da colpe. Oggi si sente dire: corriamo il palio di agosto e poi riflettiamo sull’accaduto. Non vorrei che si finisse per narrare la stessa storia delle verifiche da fare “in inverno” che si sono sempre  tradotte in un nulla di fatto. Stavolta occorrono coraggio, umiltà,  verifica severa della bontà di certe strategie (mi riferisco ai proprietari dei cavalli  che sono...indotti a lasciare i propri soggetti, specie se buoni o esperti, nella stalla ) sempre ammesse fino a che non danneggiano non questa o quella contrada nè questo o quel fantino ma la nostra Festa. Ed infine una definizione di certe norme: alcune riguardanti il protocollo cavalli prevedendo penalità o esclusione in casi di evidente immotivato rifiuto a far seguire l’iter previsto a cavalli iscritti all’albo. L’altra riguarda la mossa; diversi i casi da definire meglio e in particolare merita attenzione il caso avvenuto nell’ultimo palio e cioè: come procedere quando la contrada di rincorsa viene esentata o perché il cavallo si rifiuta di entrare o perché il barbero si infortuna nel corso dei minuti che precedono la partenza (che è il caso del 2 luglio scorso).

E’ stato citato l’art.65 del Regolamento del Palio come  risolutore della vicenda ma non sembra così chiaro nemmeno se viene arricchito con altre norme che regolano la mossa. Io credo che ha ragione chi, come il sottoscritto, afferma che sostituire la rincorsa con l’ultima contrada dentro il canape sia una palese violazione alla ratio del regolamento e perché no anche alla logica. Di più: è una violenza che non trova giustificazione, in particolare in questo caso quando chi è chiamata fuori dai canapi è la Contrada che aveva il settimo posto. Si doveva invalidare la mossa, esporre la bandiera verde e cambiare la busta. La storia ci conforterebbe in questa scelta: agosto 1987, Drago di rincorsa   (Falchino su Martino) rifiutò per lungo tempo di partire. Si decise allora di cambiare la busta, il Drago fu condotto dentro i canapi da un vigile e la Selva, per sorte – seconda busta - finì di rincorsa. Tutto si svolse senza critiche e rimpianti. Quindi nell’occasione dell’ultimo Palio sono stati commessi errori e violazioni palesi; per il futuro basta codificare anche questa situazione.