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La mossa in essere

Due punti devono rimanere chiari in tutta la problematica che riguarda osservazioni e critiche nell'analisi di qualsiasi mossa del Palio del passato, presente e futuro.

I punti sono ben delineati: il giudizio della validità della mossa spetta solo, ed esclusivamente, al Mossiere; il tempo del via spetta solo, ed esclusivamente, a chi si trova di rincorsa e non è chiamato tra i canapi.

Quando questi punti si incrociano nelle valutazioni ci troviamo di fronte ad un crac: com'è possibile che il Mossiere "giudichi" qualcosa che si trova nella disponibilità di un "estraneo" e che non può controllare?

Il crac è evidente se si pone attenzione sulle parole dell'art. 65, là dove si sottolinea che "il Mossiere abbia avuto intenzione di DARE la mossa". Quel DARE la mossa non è dal 1972 prerogativa del Mossiere, poiché il tempo del via, ed il via stesso, lo stabilisce solo, ed esclusivamente, la rincorsa. Occorre allora passare all'interpretazione delle norme del Regolamento, interpretazione compresa, con "buon senso" come stanno facendo le "nostre lettere greche" nei loro interventi.

Ebbene, queste interpretazioni costituiscono uno dei "segreti" dell'esistenza della mossa nel Palio; un segreto che racchiude una considerevole varietà di osservazioni, ma senza scalfirne l'esistenza.

Analizziamo la dinamica dello scorso Provezano, nel quale si è assistito ad una "mossa in essere", cioè già pronta e matura per essere considerata dal Mossiere in quei pochi attimi che intercorrono con l'interpretazione del 1972.

Ci troviamo di fronte ad una "mossa in essere" poiché l'ordine tra i canapi è conosciuto e si erano verificati già tre abbassamenti prudenziali del canape. Gli abbassamenti non sono da ritenersi "mosse", poiché con la rincorsa fuori dal verrocchino non sussistono le condizioni stabilite dall'interpretazione richiamata.

Il tempo del via stabilito dal Coghe si è distinto in due fasi: prima sbatacchiando nel verrocchino perché a Volpino era stata oscurata la visuale; poi con l'incollatura dello stesso Volpino al di là del verrocchino. La "mossa in essere" si era perfezionata ed è stata considerata non valida da Bircolotti, che non ha mai bloccato l'ingresso del Leocorno e si trovava, di conseguenza, nella situazione di accettare il via per poi rendersi conto che l'allineamento, con la Lupa rigirata, non soddisfaceva pienamente l'interpretazione del 1972.

Fin qui tutto regolare se non che nell'interpretazione della "mossa in essere" Bircolotti non ha saputo, ma anche voluto, passare al setaccio ciò che lo obbliga a fare l'articolo 65: non ha ritenuto valida la mossa ... ma si è fermato solo lì non avendo ricevuto istruzioni di come agire con una "mossa in essere" che non poteva che essere cancellata e mai riproposta.

19 luglio 2022