SUNTO

Sunto non si compra ... si legge gratis - Dal 1976 l'informazione paliesca senza un briciolo di pubblicità

 

   

L'intervento di Gamma

 

Il Direttore di Sunto mi ha proposto di scrivere qualcosa su un aspetto della mossa del Palio del 2 luglio u.s.: se cioè, una volta esclusa dalla corsa, per infortunio del cavallo,  la contrada del Leocorno, posizionata di rincorsa, si doveva provvedere al “cambio della busta” (cioè ricorrere alla mossa n.2), oppure scorrere le posizioni e far diventare di rincorsa chi fino ad allora era la penultima, cioè la contrada della Pantera (come è poi avvenuto).

Sergio Profeti ha scritto (Sunto, 4 luglio 2022) che “nessuno può arbitrariamente togliere dai canapi la Pantera ed inserirla d’autorità di rincorsa. Le norme del Regolamento non permettono questi abusi di potere…”.

Peraltro, vista la particolarità del caso, Sergio Profeti ha invitato alcuni avvocati “palieschi” (l’aggettivo è di Sunto) ad esprimersi sul cambio di busta nel Palio di Provenzano, chiamandoli altresì ad affrontare il quesito: “Palazzo ha l’autorità di posizionare la Pantera di rincorsa?” (Sunto, 7 luglio 2022).

Poiché Sunto ha da subito sposato la tesi che la busta andava cambiata, è inevitabile partire dalle sue osservazioni. Sunto sostanzialmente sostiene che v’era l’obbligo di cambiare la busta dal momento che la rincorsa (Leocorno) aveva dovuto rinunciare a correre e non si poteva, a termini del Regolamento per il Palio, spostare di rincorsa la Pantera che era l’ultima contrada ad entrare tra i canapi: il “Palazzo” non  avrebbe avuto l’autorità di farlo.

Ho ragionato un po’ su questa posizione di Profeti. Sono andato a rileggere il Regolamento nelle parti che toccano l’argomento. Ma devo dire che non ho trovato niente che riguardi specificatamente il nostro problema, neppure per via indiretta tramite l’eventuale riconoscimento all’Autorità Comunale di un qualche potere di intervento nel caso di cui si tratta. Capisco bene che essere tolti dai canapi e trovarsi di rincorsa è un accadimento carico di emotività e tutt’altro che privo di conseguenze; ma in assenza di una diversa regola per quanto riguarda la rincorsa il principio applicabile è quello che suole  indicarsi con le parole: “si scorre”. Così che, all’occorrenza, tra i canapi il quarto diventa terzo, il settimo può diventare sesto e il penultimo (tra i canapi) può diventare di rincorsa. Un principio che proprio nel Palio di Provenzano ha avuto un’applicazione severa, con dieci contrade che prima diventano otto e poi da otto diventano sei. A conferma di quanto sostenuto ricordo (come da altri fatto prima di me) che la formazione dell’ordine al canape nell’apposito meccanismo prescinde dal numero delle contrade che effettivamente correranno la Carriera;  vengono infatti imbussolate tutte le dieci contrade partecipanti al Palio e l’ordine al canape sarà poi quello risultante una volta tolti dall’elenco le contrade che non possono effettuare la corsa. Come dire: “facendo scorrere” l’elenco stesso. Il che significa, in breve e semplificando, che se nell’apposito meccanismo risulterà al decimo posto e quindi di rincorsa una contrada che non può effettuare la corsa, sarà di rincorsa la contrada collocata al nono posto: e lo stesso succederà se la contrada di rincorsa si troverà nella condizione di non poter correre il Palio per fatti accaduti durante le fasi della mossa.

     Ciò chiarito, è opportuno ora ricordare che nella materia di cui si tratta la norma fondamentale del Regolamento per il Palio è l’art. 65. Ne riporto di seguito le disposizioni principali:

“          La mossa ha luogo quando il Mossiere abbassa il canape con la volontà di far partire i cavalli…

            Il Mossiere è il solo giudice inappellabile del momento in cui la mossa è a darsi e della sua validità.

            La mossa non valida è segnalata dallo scoppio di uno o più mortaretti…

            Lo scoppio del mortaretto sospende comunque la corsa; in tal caso i fantini debbono subito fermare i cavalli e ricondurli al passo: (a) al punto di partenza, se il Mossiere sia stato costretto ad abbassare il canapo, per qualsiasi motivo, senza peraltro voler dare la mossa, (b) al Cortile del Podestà, se il mossiere abbia avuto l’intenzione di dare la mossa, ma questa sia risultata, a suo giudizio, non valida ed il Mossiere stesso abbia segnalato tale circostanza, dopo lo scoppio, sventolando una bandiera verde ed issandola, poi, sul Verrocchio”.

Verificandosi la situazione di cui alla lettera “b”, troverà applicazione il sesto comma dell’art. 85 Reg. Palio in base al quale “qualora la prima mossa non risulti valida l’operazione sarà ripetuta col tubo contraddistinto dal n. 2”.

 Se, dunque, all’ingresso della rincorsa (Leocorno) il Mossiere avesse abbassato i canapi con la volontà di far partire i cavalli, ma al tempo stesso avesse valutata la sussistenza di motivi per invalidarla, ai sensi della sopra riportata lettera “b” dopo lo scoppio del mortaretto avrebbe dovuto sventolare la bandiera verde e issarla sul Verrocchio. Ma non lo ha fatto. Quindi, ufficialmente e con effetto di immediata conoscenza pubblica, ha mostrato di non avere avuto intenzione di dare la mossa. Si può discutere sulla scelta, ma non è possibile introdurre ulteriori oggettivi elementi di valutazione  sul comportamento del Mossiere: a meno che non sia proprio quest’ultimo a fornire chiarimenti. A questo proposito nel “Corriere del Palio” (Corriere di Siena del 4 luglio 20220) sono riportate le seguenti parole del Mossiere: “ Vorrei dire che di mossa invalida c’è stata la prima perché una contrada [la Lupa n.d.r.] era completamente girata al contrario, mentre le altre situazioni sono stati abbassamenti di canapi per ragioni di sicurezza, che è diverso…”. La frase è ambigua potendo di per sé essere variamente interpretata: (i) il mossiere ha visto entrare la rincorsa, ha inteso far partire i cavalli, poi si è accorto della posizione della Lupa e ha invalidato la mossa: in tal caso avrebbe dovuto sventolare la bandiera verde e issarla sul Verrocchio; oppure (ii) il Mossiere ha visto la posizione della Lupa, non ha fatto in tempo a bloccare la rincorsa e quindi ha abbassato il canape senza peraltro avere la volontà di far partire i cavalli.

Non essendo stata sventolata la bandiera verde dobbiamo concludere che si è verificata la seconda delle ipotesi sopra prospettate: quindi non era a parlarsi di cambio di busta.

 Stando le cose come ora detto è legittimo in ogni caso domandarsi se la situazione prodottasi non presenti aspetti che possano indurre ad ulteriori riflessioni. Orbene, per fare un passo avanti nei nostri ragionamenti, a mio giudizio bisogna recuperare e valorizzare l’osservazione (fatta da Sunto e da altri)  che negli ultimi 25-30 anni “anche le mosse con la rincorsa entrata non hanno mai fatto scattare le disposizioni regolamentari” e che il canapo è stato abbassato più volte “senza che mai il Mossiere abbia sventolato la bandiera verde, abbia ordinato il rientro delle Contrade all’Entrone e abbia cambiato la busta”. I motivi possono essere i più vari e si sommano gli uni agli altri. Resta che, nel periodo considerato, nessun Mossiere ha ritenuto che ricorressero le condizioni per il cambio della busta: e questo è un dato di fatto significativo che non può essere ignorato, né non avere il suo peso nell’approccio con il Regolamento per il Palio (anche alla luce della regola per la quale il Mossiere è il solo giudice inappellabile del momento in cui la mossa è a darsi e della sua validità). Oltre a denotare con tutta evidenza, oggettive difficoltà e problematicità nell’applicazione pratica dell’art. 65, ultimo comma, lettera “b”. (1)

 Tiriamo le fila. Sulla base delle Norme Regolamentari e alla luce del comportamento ufficialmente tenuto dal Mossiere, e preso altresì atto di quelli che negli ultimi 25-30 anni sono stati i comportamenti dei precedenti Mossieri, tutto considerato sono dell’opinione che, in occasione della mossa del Palio del 2 luglio u.s., non vi sia stata alcuna violazione del Regolamento per il Palio nel non aver provveduto a cambiare la busta.

 Con riferimento poi al quesito “Palazzo ha l’autorità di posizionare la Pantera di rincorsa?”, osservo che il trovarsi la Pantera di rincorsa al posto del Leocorno per la intervenuta impossibilità di questa contrada a correre il Palio, è conseguenza dell’applicazione delle vigenti Norme Regolamentari e non di un intervento del Palazzo. Intervento, tra l’altro, nel caso non ipotizzabile dal momento che  a mio parere non avrebbe comunque potuto trovare applicazione l’art. 102 Reg. Palio: infatti detto articolo demanda sì all’Autorità Comunale la facoltà di adottare ogni provvedimento necessario per lo svolgimento del Palio, anche non previsto dal Regolamento, ma è chiaro che deve sempre trattarsi di provvedimenti in linea e non in contrasto con il Regolamento stesso.

                                                                                                                                           ……..

 (1)In realtà, a ben guardare un caso di applicazione dell’art. 65, ultimo comma lettera “b” Reg. Palio è avvenuto, ma in circostanze e con modalità tali che certo non possono farlo qualificare come un “precedente” da prendere in considerazione. Palio dell’Assunta 1987: il cavallo della Contrada di rincorsa non intende proprio entrare tra i canapi, nonostante tutti i tentativi del fantino compreso quello di “tirarlo” per le briglie fino al Verrocchino. La soluzione per sbrogliare la matassa era nel “cambio della busta”, cioè nell’utilizzo della seconda mossa. Peraltro per cambiare la busta ci voleva una mossa da invalidare, ma una mossa con i crismi regolamentari non la si otteneva. Fitti conciliaboli tra Autorità Comunale e Mossiere; si inventa una mossa qualsiasi, il mossiere fa finta di invalidare la mossa che in effetti non ha mai avuto reale intenzione di dare, si sventola la bandiera verde e il gioco è fatto. Chiara la violazione del Regolamento, non certo superata dall’evidente accordo tra Autorità Comunale e Mossiere sulla procedura seguita.

Gamma