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Le affermazioni casuali del sor Demossi e le problematiche sulle squalifiche

Allo stato attuale i 17 onorandini, oltre ad aspettare domani l'elezione del loro onorandone, cioè l'onorandino del Bruco, aspettano anche la chiamata del sor Demossi che vuole interpellarli uno per uno per sapere cosa ne pensano delle squalifiche.

Il sor Demossi, dopo averli interpellati, come ha affermato deciderà di fare quello che gli pare; un bel segnale di collaborazione istituzionale. Il problema non è nell'individuazione di quel "faccio come mi pare", ma nell'abuso si voler "sentire" i 17 onorandini su questioni che non competono loro.

In passato una sola volta Palazzo si è diretto per avere consigli dagli onorandini sulle vicende legate alle sanzioni da comminare nell'agosto 1966; ma mai su questioni ben codificate come le attuali squalifiche.

Cosa vuole il sor Demossi? Forse il lasciapassare per far scattare un'amnistia che costituirebbe per lui un boomerang? E cosa dovrebbero fare gli undici onorandini, visto che sei di loro impatterebbero nelle votazioni e "consigli"?

Soprattutto, come si fa ad interpellare un'istituzione, quella dei 17 onorandini, con la quale confrontarsi su argomentazioni che sono di esclusiva pertinenza di Palazzo?

Se il sor Demossi vuole essere illuminato da 17 candeline deve trovare ben altre strade da percorrere.

Allo stato attuale, e con i meccanismi già messi in movimento, il sor Demossi, che dovrebbe farsi spiegare concretamente cosa si sprigionerebbe con il motto "vogliamoci tutti bene", è obbligato all'incontro con i 17 onorandini.

Del resto, questi ultimi se effettivamente si rendessero conto della buacea che sta loro scavando il sor Demossi, dovrebbero declinare l'invito. Poiché sono orgogliosi della considerazione, indovinate il loro comportamento.

20 febbraio 2020