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Allora niente Palio come ricostruzione regionale?

Un provvidenziale comunicato stampa, dopo che ieri nella pagina centrale avevamo dato notizia che la Regione, per l'eventuale riconoscimento come ricostruzione storica del Palio, aveva elargito 9500 eurini a favore di Palazzo, ha non solo aumentato i dubbi sul riconoscimento paliesco, ma ha letteralmente sputtanato De Mossi nella sua azione del 2019 di far inserire, attraverso l'allora vicepresidente Monica Barni, il Palio nell'elenco delle rievocazioni e ricostruzioni.

L'argomento è complesso a causa della "confusione" tra gli uffici della Regione, poiché sembrerebbe che il Palio, come molti altri scimmiottamenti che usano gli equidi, sia definitivamente sparito dagli elenchi regionali con la conseguente cancellazioni degli incastri tra norme regionali e ordinanza dell'animalaia legaiola Martini.

Andiamo con ordine e analizziamo, al momento, solo quanto contenuto nel comunicato stampa di Palazzo alquanto impreciso.

La somma che arriverà a Siena non è di 10.000 eurini, bensì di 9.500 poiché nell'atto della Giunta regionale n. 1027 dell'11 ottobre, al punto 3 dell'allegato è specificato che solo il 95% è a carico della Regione.

Altra sbavatura che si rileva nel comunicato riguarda la presunta esultanza là dove è specificato che «Il progetto dell'ente ha totalizzato il punteggio pieno e ottenuto il massimo contributo erogabile». Vero solo in parte, poiché nell'allegato A della determina 22317 del 13 dicembre si vede che il punteggio di "100" è stato ottenuto anche dal Comune di Arezzo; mentre i 10.000 eurini (che poi saranno 9.500), oltre a Siena e Arezzo, sono andati ai Comuni di Firenze, Pisa, Pietrasanta, Rufina, Follonica, Fucecchio, Comano, Campagnatico, oltre alle associazioni storiche Gotica Toscana, Compagnia dell'Orso, Sbandieratori dei borghi e sestrieri fiorentini, Compagnia dei balestrieri di Volterra, associazione turistica Proloco Poggio a Caiano, assoluzione turistica di Pomarance.

Nel comunicato si evidenzia che i soldi arrivati sono serviti per «la ricucitura costumi usurati e il lavaggio degli stessi nonché per la sistemazione dei sottopancia, la pulitura e ingrassatura delle selle, la cucitura delle gualdrappe», ma i soldi che arriveranno sono inferiori. Infatti il rattoppo dei costumi, affidato alla Coop. Arché, costerà 6.800 eurini (determina di del collo n. 2011 del 3 agosto); mentre quello per le selle e gualdrappe 5.200 eurini (determina della po Bianciardi n. 3254 del 30 novembre). Il totale è quindi di 12.000 tondi, cioè 2.500 in meno del contributo regionale e senza contabilizzare l'iva che è carico del Comune per complessivi 2.640. Ne deriva, di conseguenza, che per una spesa totale di 14640, Palazzo ne otterrà 5 mila in meno.

Ora, come abbia fatto Palazzo a far rientrare nella domanda regionale, che scadeva il 15 novembre, una determina che porta la data del 30 novembre è un "glorioso mistero" in più.

Comunque, Palazzo non ha formulato alcuna richiesta di inserimento nella nuova legge regionale sulle manifestazioni e ricostruzioni storiche: il Palio è salvo? Il punto interrogativo è d'obbligo perché si aprono le porte per una fitta serie di interpretazioni rivolte, principalmente, alla legge che disciplina l'uso degli equidi nelle manifestazioni storiche: il Palio ed i suoi sconfinati scimmiottamenti.

Al di là di tutto ciò, c'è da comprendere se l'azione di presentare alla Regione le determine di del collo e Bianciardi, per ottenere 9.500 eurini, sia stata filtrata da De Mossi oppure no. Perché un dato è certo: la scomparsa del Palio da questi elenchi di rievocazione storica è per lui, De Mossi, una sconfitta, semplice e pure.

E sull'argomento torneremo, torneremo.

23 dicembre 2021