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Come sarebbe bello se riuscissimo a parlare con Enrico Letta

Siena paliesca si trova tra due fuochi e se non riuscirà ad incanalarsi sulla strada giusta rischia di carbonizzarsi in entrambi gli incendi.

Da una parte c'è l'aspetto di tornare a calpestare il tufo sopra le lastre di Piazza; dall'altra c'è concretamente il pericolo di stop alla Piazza ed il conseguente trasferimento alle Fornaci.

Le due argomentazioni portano ad un'unica direttrice: coinvolgere Enrico Letta.

Oltre ad essere il Segretario del PD, Letta da Parigi è potuto tornare tra gli onorevoli d'Italia grazie alla recente vittoria in terra senese, mista con un po' di quella aretina; a Siena deve qualcosa, oltre all'interessamento con il nostro Babbone di tutti i babbi della città.

Contattare Letta non appare un'impresa impossibile, ma qui non si tratta solo di blaterare qualcosa o di consegnarli dossier vari. Si tratta, al contrario, di un profondo ed anche continuo dialogo per farlo entrare nei meccanismi e nelle argomentazioni strutturali del Palio.

Non si tratta solo di blaterare le frasi ricorrenti e ormai consumate sulla socialità delle Contrade; sull'intrinseco valore durante i secoli della Festa; del coinvolgimento attivo e secolare del ruolo del Comune.

Si tratta di un profondo coinvolgimento che spazi su terreni ancora inesplorati come, ad esempio, il confronto tra le gare ippiche e la corsa in Piazza; del perché la Piazza; del perché dal 1659 il Palio sia rimasto inalterato in gran parte delle sue sfaccettature.

Non si possono consegnare lettere, volumi, dossier che Letta mai leggerebbe ... per mancanza di tempo, ma non li comprenderebbe nemmeno.

Al contrario, Letta, se opportunamente "addestrato" potrebbe veramente comprendere cosa costituisca il Palio, non certo a Siena ma in quella sfera antropologica che fa della Festa della città un preciso riferimento nel mondo.

Ecco perché vorremo parlare da soli con Letta; il futuro del Palio passa dal suo diretto coinvolgimento.

15 novembre 2021