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De Mossi in primis deve dimostrare che il Palio non è una questione da cialtroneria

Gli scimmiottamenti, che tanto piacciono ai fantini, posseggono quelle necessarie caratteristiche proprie della cialtroneria acquisite negli anni per paragonarsi continuamente a Siena.

Facile per gli scimmiottamenti spostare date, luoghi di svolgimento e quant'altro occorra per accontentare i fantini. Basterebbe osservare che gli yankee dell'ovest hanno rinunciato all'improvviso al loro scimmiottamento solo per questioni economici (l'installazione delle tribune avrebbe causato il flop economico), per comprendere con facilità che gli stessi scimmiottamenti, vista la loro giovanissima età, non affondano le radici nella storia che serve per capire e comprendere il presente.

De Mossi deve dimostrare alla città, passando ovviamente da un auto-coinvolgimento, che Siena non appartiene alla filosofia degli scimmiottamenti e quindi Siena non presenta alcuna cialtroneria, anche se in quest'annata gli episodi "made in Palazzo" non sono certo mancati.

O il Palio si svolge come si è svolto nell'agosto 2019, oppure bisogna andare a sfogliare il calendario del 2023.

Perché sia chiaro, a De Mossi e a tutta la schiera dei quattrogiornisti che rappresentano la maggioranza quasi assoluta nelle 17 Contrade, Prefetto e Questore non diranno mai di no al Palio del 2 luglio e 16 agosto; non diranno no perché seguiranno le indicazioni precise che subentreranno dopo il 31 dicembre per tutte quelle manifestazioni all'aperto con la presenza del pubblico.

Il Palio non gradisce alcun tipo di limitazione personale; quattrogiornisti, De Mossi e fantini sono favorevolissimi anche nello stare seduti all'interno della Piazza.

11 novembre 2021