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De Mossi e quella litania del Palio come Festa di Popolo: lo dimostri

Nell'ultima occasione in cui De Mossi si è concesso ai taccuini dei cronisti, si è riscontrata l'ormai "consumata" litania del Palio come Festa di Popolo. Ma De Mossi, oltre allo slogan, non va oltre e pecca nella concretezza.

Festa di Popolo significa molto semplicemente che il Popolo deve vivere la sua Festa come ha sempre imparato a farlo e come è suo dovere tramandare ai prossimi anni. Di conseguenza Festa di Popolo vuol dire che nessuna, ma proprio nessuna, limitazione può essere accettata, suggerita o imposta per consumare la Festa di Popolo.

De Mossi deve decidersi nella visione 2022: o continuare ad inventarsi soluzioni come ha fatto nel 2021, oppure credere veramente, al di là di ogni filosofia quattrogiornista, che il Palio sia effettivamente una Festa di Popolo.

Comprendiamo che De Mossi sotto la spinta dei cronisti non riesca a sfuggire alle banalità, anche perché è lui ad indirizzare i giornalisti locali verso questa rotta. Allora è pronta la soluzione, in quanto ci stiamo accorgendo che invitare i Fratellini d'Italia (impegnati recentemente a comprendere se i voti che li trasformerebbero in primo partito italiano siano anche frutto della culla fascistoide) non presenteranno mai una mozione che limiti l'azione paliesca dello stesso De Mossi.

De Mossi deve portare il Consiglio comunale non certo a controllarlo, ma a far assumere ai 32 (+1) precise responsabilità di fronte all'intera cittadinanza. Quindi, De Mossi deve auto-controllarsi attraverso un esplicito richiamo del Consiglio perché, e questo è essenziale capirlo, il 2022 non potrà essere la copia carbone di tutte quelle "stupidità" pensate, elaborate e gestite nel 2021.

Dubitiamo che De Mossi comprenda il significato di ciò che stiamo scrivendo.

28 ottobre 2021