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Ci sono anche i cavallai

Se è opportuno che De Mossi, prima di far stilare a del collo il copia-incolla del Fallimentone 2022, ascolti astrattamente i capitanini, non si riesce a comprendere il motivo per il quale lo stesso De Mossi ignori sistematicamente ogni tentativo di contatto con i cavallai.

Se De Mossi continua, come sta facendo dal 2019, a scaratre i cavallai forse, ma proprio forse, non ha ancora capito che il Palio in Piazza si può effettuare solo ed esclusivamente con la presenza dei cavalli.

Senza questo "materiale primario" le Contrade sono inutili, come è inutile qualsiasi slogan di natura quattrogiornista: senza i cavalli non si può pensare nemmeno a qualsivoglia soluzione.

Sicuramente De Mossi, anche se non conosce perfettamente l'ambiente, sa che i cavallai non vanno al di là di qualche momentaneo mugugno e, alla fine, fanno le corse per iscrivere gli equidi in tutte le fasi paliesche.

Queste considerazioni di De Mossi sono verissime, soprattutto perché i cavallai abbaiano senza far rumore e mai andrebbero contro il potere costituito e, piagnucolando, si adegueranno sempre.

Eppure i cavallai del passato erano di ben altro spessore, specialmente quelli dell'800.

Se Siena può vantare, unica nel mondo, il primo antidoping della storia lo si deve proprio all'azione dei cavallai che nel 1849 obbligarono il Comune a probire alle Contrade il doping. Altri tempi.

Tornando all'attualità, De Mossi non può continuare ad ignorare e "disprezzare" i cavallai; dopotutto sarebbe semplice riunirli, ascoltarli e poi continuare a far fare a delcollo i copia-incolla, comprese le assicurazioni.

18 ottobre 2021