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Quali sarebbero le "tollerabili restrizioni"?

A sorpresa ieri sui muri della città è stato affisso un manifestone dell'Aquila che ha fatto esultare e brindare con gioia sfrenata il popolo dei quattrogiornisti.

La posizione ufficiale dell'Aquila, pur nella sua indiscussa autonomia e legittimità di affrontare questioni del genere, necessita di alcune richieste su certi temi di assoluta attualità.

Sono due i punti da focalizzare. Il primo riguarda lo spegnimento progressione di qualsiasi rione della città senza la corsa del Palio. Il secondo sulle indefinite "tollerabili restrizioni".

L'Aquila del 2021 scrive: «In questo biennio di emergenza le consorelle si sono votate ... a quel ruolo sociale ... che ha caratterizzato la nascita delle nostre Società ... è giunta l'ora ... di ricominciare a scandire le stagioni con i riti della nostra Festa, altrimenti rischiamo di diventare esclusivamente "circoli ricreativi" e non più "Contrade", perdendo i valori che un tale vocabolo sottintende... Senza il Palio le Contrade deperiscono e rischiano di venire meno [al] collante aggregativo e culturale soprattutto per i più giovani».

La traduzione è semplice: se non c'è Palio le Società e le Contrade si trasformano in bar. Sull'argomento si può aprire un'infinita "scuola di pensiero" sull'esistenza dell'Ente Contrada, ma non certo in questa occasione. Vale però la pena di dover rimarcare che nel recente passato, ma anche in quello un po' più lontano, i dirigenti dell'Aquila, su quanto adesso affermato nel manifestone, avevano un indirizzo appena appena diverso. Lo dimostrano le interviste all'attuale onorandino (23 dicembre 2020), a chi sta facendo crescere i piccoli dell'Aquila senza il miraggio del Palio (16 agosto 2019), a chi era onorandino prima dell'attuale (1 maggio 2010). Ovviamente la raccolta giornalistica potrebbe continuare per tanto, tanto tempo.

L'altro punto riguarda le "tollerabili restrizioni". Scrive l'Aquila: «E' tempo ... di ... agire collettivamente come una sola Comunità, indirizzata sull'obiettivo di tornare a correre il Palio nel 2022, anche a patto di alcune tollerabili restrizioni, da concertare con le autorità competenti».

Troppo semplicistico accennare a "tollerabili restrizioni" senza specificare quali. Cosa si intende per restrizioni e, per di più, tollerabili? Che tipo di lista, viste le numerose sfaccettature che compongono la Festa dall'estrazione alla consacrazione e benedizione del drappellone, deve essere stilata per confrontarla con le restrizioni?

C'è ancora qualche passaggio che all'Aquila deve essere sfuggito. Non si può pensare di ottenere il placet del Prefetto con un piano di alcune tollerabili restrizioni, da concertare; e questo perché non è previsto dalle attuali norme in vigore e fino alla caduta dello stato di emergenza del 31 dicembre prossimo. Il Prefetto non ha l'autorità di eludere il Governo centrale, per cui cosa c'è da concertare  addirittura prima del 31 dicembre?

Non è possibile alcun studio di qualsiasi natura che si possa elaborare prima del 31 dicembre. Lo stesso Prefetto restituirebbe al mittente qualsiasi "tollerabile restrizione" solo perché obbligata a seguire le disposizioni governative.

Ricordiamoci, per non dimenticare, che qualsiasi tipo di restrizione, o forzature per il benessere del Sindacato dei fantini, ce lo ritroveremo negli anni futuri come, ad esempio, i paventati 8-9 mila spettatori all'interno di Piazza che sembrano far felice De Mossi. Una volta che si farà posto a pochi "intimi" all'interno della conchiglia non sarebbe più possibile tornare indietro.

Un'ultima considerazione. L'Aquila ha scritto che: «Il Seggio ed il Popolo affermano con voce forte e unanime l'esigenza di effettuare il Palio nelle date canoniche del 2 luglio e 16 agosto del prossimo anno». La nostra non numerosa Redazione è, al riguardo, molto felice di questa presa di posizione forte e unanime. Al contempo, la stessa Redazione, farebbe presente che il 26 maggio scorso l'onorandino e capitanino della stessa Contrada erano assolutamente d'accordo con De Mossi per spostare le date degli ordinari, violentando anche il Regolamento. Così, tanto per la precisione.

30 settembre 2021