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Addio al Palio in Piazza

Il richiamo, riguardante l'aggancio all'art. 24 del decreto sulla tutela del cavallo atleta e contenuto nell'ultima ordinanza del Ministero della Salute, inventata nel 2009 dall'animalaia legaiola Martini, costituisce un pericoloso passaggio per l'unicità di una Festa come il Palio.

Il concetto di unicità ha sempre trovato concretezza nelle varie sedi giudiziarie del Paese, ma mai si è pensato di concretizzare tutte le vittorie che da Comporti a Coppini, a Pisillo hanno fatto emergere uno status radicato nei secoli che ha preso il nome di Palio.

Il lavoro compiuto dall'istituto bresciano, su specifica richiesta del Ministero della Salute, sarà la base del nuovo provvedimento del 2022 che, seppur elaborato dallo stesso Ministero, coinvolgerà altre due strutture statali: il Ministero dello Sport (o addirittura il Consiglio dei Ministri) e il Ministero delle Politiche, getterà le basi per l'addio del Palio corso in Piazza del Campo.

Dover essere costretti a radicali modifiche non tanto dei tempi logistici, quanto su quelli scanditi dalla storia non è assolutamente pensabile.

Nessun contatto tra pubblico e cavallo: questa disposizione rappresenterebbe lo stravolgimento completo di cosa sia il Palio. E l'analisi del rapporto dell'Istituto bresciano di queste disposizioni anti-storia del Palio ne è abbondantemente ricco.

Il Palio non può, allo stato attuale, essere tutelato da De Mossi, poiché non possiede le necessarie conoscenze al riguardo per affrontare una legittima azione legale.

In questa fase il Palio si trova da solo ad affrontare sicuramente una forma legislativa più grande della propria storia, proprio perché si è lasciato che i vari successi si annacquassero da soli.

Palazzo non risponde alle sollecitazioni perché non sa rispondere e l'unico, che potrebbe prendere in mano le redini di questo delicato gioco, non viene supportato da Palazzo forse per gelosie professionali.

Iniziamo a conteggiare i giorni che ci separano dal trasferimento alle Fornaci.

27 settembre 2021