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Questi i pericoli che corre il Palio con la prossima legge equina

L'ultima, quasi copia-incolla, ordinanza dell'animalaia legaiola Martini, di cui abbiamo parlato, deve allarmare Palazzo per le conseguenze a cui è diretta.

Se Siena avesse come Sindaco uno come Moreno Pieroni, non ci sarebbero dubbi sulla presentazione del ricorso al TAR Lazio e far emergere quell'unicità nel mondo di cui adesso il Palio sente veramente la necessità.

Purtroppo nel Palazzo di tutti i Palazzi di Siena c'è Luigi De Mossi, fin troppo attaccato alla sua professione forense per permettersi il lusso di affrontare argomenti così delicati nelle sedi istituzionale e dalle quali il Palio, con Comporti e Pisillo, non è mai uscito sconfitto.

Del resto, De Mossi sembra lontano secoli luce dall'intera questione.

Comunque, è opportuno che il mondo contradaiolo sia messo ancora a conoscenza (queste pagine in passato hanno ribadito con cadenza i problemi di una specifica legge equina) dei reali pericoli che comporterà una nuova disposizione governativa. Dopo non sarà più possibile piangere o gridare "A Siena si fa quello che ci pare".

Il Ministero della Salute, agli inizi del 2017, ha affidato all'Istituto Zooprofilattico Ubertini, con sede a Brescia, uno studio normativo per stilare un dossier di "predisposizione di linee-guida" su tutte le problematiche riguardanti le manifestazioni che vengono organizzate al di fuori delle federazioni riconosciute dal Coni.

Le finalità dello studio fanno presagire che si tratti di una vera "bozza di legge" poiché, tra l'altro, si legge "E' importante raggiungere l'uniformità su tutto il territorio nell'attuazione di quanto previsto dalle norme: le presenti linee guida hanno lo scopo di fornire indicazioni sugli aspetti da prendere in considerazione per la corretta predisposizione di manifestazioni in cui siano impiegati equidi".

Il dossier bresciano contiene delle indicazioni che possono far tremare Siena una volta che verranno "trasferite" in articoli di legge; si ha, infatti, la sensazione che si sia pensato proprio a Siena per cancellarla in modo definitivo.

E' bene apprendere che, in primis, l'Istituto ha disposto che il Palio debba essere autorizzato da una Segreteria tecnica MIPAAF/FISE; di conseguenza non sarebbe più il Sindaco ad autorizzare se stesso a correre in Piazza, bensì tecnici romani che analizzeranno solo le carte.

L'aspetto più sconvolgente per Siena arriva dalle disposizioni che riguardano i cavali in Piazza. Non solo ci dovranno essere delle aree per permettere la sgambatura dei cavalli prima delle prove e del Palio; ma tra i cavalli e il pubblico deve esistere una "netta separazione" perché "non vi può essere presenza contemporanea di equidi e pubblico"!

In altri termini non si potrà più portare il cavallo dalla stalla a Piazza percorrendo le strade cittadine conn il popolo dietro ad intonare i canti. Semplice, no? Il dossier è sicuramente orientato a cancellare Siena.

Siena, dove non si è mai fatto come ci pare, può iniziare a tremare seriamente e, altrettanto seriamente, può pensare il trasferimento alle Fornaci.

De Mossi, cui il dossier dell'Istituto bresciano è arrivato da anni con la formula del "rimbalzo" (non certo da parte nostra), è impegnato solo, grazie a quello stuolo di quattrogiornisti innamorati del concetto di essere editori di se stessi anche in forma sgrammaticata e senza filo logico, pensando al Palio fantasma e, addirittura, a richiedere 8-9 mila persone in Piazza.

Purtroppo De Mossi non può garantire nulla, proprio nulla, per la futura esistenza del Palio in Piazza del Campo; in quanto non ha alcuna intenzione di presentare ricorso al TAR contro l'ultima ordinanza dell'animalaia legaiola Martini. Non va mai dimenticato che lui, assieme a Valentini e a due onorandoni (gli attuali onorandini di Torre e Drago) è responsabile dei varchi di accesso in Piazza del Campo.

Quest'ultima ordinanza contiene un passaggio pericolosissimo, che va ad allacciarsi con il decreto legge 36 del 28 febbraio con il quale è "istituito" il "cavallo atleta", argomento già trattato da queste pagine e nelle quali l'attuale allarme era già stato lanciato.

Scrive, infatti, il Ministero della Salute: «... Considerato che, ai  sensi  del  richiamato  art.  24  del  decreto legislativo n. 36 del 2021 «Le manifestazioni pubbliche o  aperte  al pubblico di sport equestri in discipline su cui hanno  competenza  la Federazione italiana sport equestri o la FitetrecAnte o  un  ente  di promozione sportiva, che si svolgono al di fuori degli impianti o dei percorsi  autorizzati  dal  Ministero   delle   politiche   agricole, alimentari e forestali, e dalle suddette federazioni, devono comunque garantire i requisiti di sicurezza, salute e benessere degli  atleti, dei cavalli  atleti  e  del  pubblico»,  che  saranno  stabiliti  con apposito provvedimento, al quale è demandata anche la previsione  di sanzioni in caso di trasgressione ... ».

Traduzione, semplice: il Ministero della Salute ha messo le mani avanti sull'emanazione di apposito provvedimento e la speranza è che si tratti di altra ordinanza e non di apposita legge, perché per cancellare una legge occorre un'altra legge.

Tempo a disposizione per studiare le contromosse c'è ancora, 90 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 settembre; ma il tempo passa velocemente e se De Mossi continua, per aiutare a far scontare la squalifica alle tre in attesa, a pensare solo alle 8-9 mila persone in Piazza il crac del Palio è solo una questione di mesi.

Dopodiché sarebbe inutile intonare la verbena sotto le finestre del Prefetto, oppure lacrimare in quelle boiate di pagine di facebocche. A Siena non si è mai fatto come ci pare.

Così, semplicemente.

13 settembre 2021