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Un solo ordine del giorno; un solo indirizzo: nessun tipo di limitazione

Appare sempre più opportuno, in considerazione dell'assoluto silenzio che avvolge la nebbia di De Mossi, dell'onorandone e dei 16 onorandini, che i 17 popoli cerchino di svegliarsi per dettare i principi e le regole in previsione di un 2022 che non sembra, allo stato attuale, diverso dal 2021.

Per tornare a vedere stendere il tufo sopra le lastre di Piazza è necessario avere chiarezza su come si vorrà vivere il Palio, l'unico che possiede, nel mondo, regole certe e continue dal 1659.

Se si vuole scimmiottare gli scimmiottamento oltre le mura della città, basterà essere convinti che  esistono precise limitazione e che queste limitazioni, una volta accettate senza se e senza ma, ce le ritroveremo inalterate negli anni futuri fino a dover traslocare verso le Fornaci.

Se passa la teoria, tanta cara ai fantini ed ai capitanini, che si debba correre con tutte le limitazioni imposte, ci troveremo di fronte ad un muro di cui non si potremo mai scalare la cima.

Il Palio è unico perché, unico nel mondo, si corre a Siena; è unico perché il coinvolgimento della popolazione, quindi delle sue 17 Contrade, è totale e nessun limite può essere imposto dall'esterno.

O si fa il Palio come è stato tramandato, e come abbiamo l'obbligo di tramandare, oppure non se ne dovrà fare di nulla. O tutto o niente.

Non sembra difficile pensare ad un solo ordine del giorno con un unico obbiettivo: nessun tipo di limitazione.

Se la situazione pandemica non tornerà sotto controllo nel 2022; se i tempi organizzativi (di cui De Mossi non ha la minima conoscenza) non permetteranno soluzioni alternative, allora si dovrà pensare al 2023.

Questo perché il Palio, l'unico esistente nel Pianeta, non potrà mai sottostare anche alla pur minima limitazione.

2 settembre 2022