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Palio di Siena: ipotesi di  “deroghe” alla “normativa generale anti-Covid”

Quello che stiamo vivendo in questa stagione è un ulteriore episodio del rapporto tra il “mondo del Palio” e il  “mondo comune” (possiamo chiamarlo così), appesantito dalla situazione sanitaria epidemica. Un rapporto complesso, vissuto per molto tempo in una bolla di stupita ed ammirata attenzione da parte delle pubbliche autorità per un fenomeno che ha il sapore di una antica favola sopravvissuta e vissuta fino ai giorni nostri. Anche i suoi aspetti più “originali” erano di regola accettati ancorché divergenti dalle usuali regole. Poi le cose sono cambiate per vari motivi, tra i quali per brevità ricordiamo (non sono ovviamente i soli): la globalizzazione anche delle immagini, nuove sensibilità, la difficoltà di far capire caratteristiche e spessore del Palio di Siena  a fronte di attacchi spesso malevoli e strumentali; i numeri sempre più grandi relativi agli indici di coinvolgimento, a vario titolo, di persone ed enti; la diffusione immediata ed emotiva di qualunque accadimento che riguardi il Palio specie se interessa i cavalli. Tutto ha fatto sì che il la nostra Festa divenisse sempre più oggetto di occhi critici (seppur non necessariamente in negativo), di un’applicazione delle “regole comuni” sempre più formale e stringente, di un approccio sempre meno disposto anche solo a non colpevolizzare situazioni e comportamenti che, valutati col metro delle nostre tradizioni e non con una fredda comparazione con le regole comuni, non presentano alcun elemento di reale pericolosità.

Da un altro punto di vista: il grande interesse e la vasta diffusione dei fatti che interessano il Palio di Siena hanno abbassato il livello oltre il quale le autorità preposte non intendono assumersi ulteriori responsabilità.

Primo episodio:1950

Nello scontro diretto Palio-mondo esterno il rischio concreto è che sia il Palio ad uscirne malconcio nonostante i valori storici e sociali di cui è portatore.  Anche quando un contrasto vero e proprio non c’era la sua unicità non è stata riconosciuta e con essa l’aspettativa di un trattamento particolare. Siamo nel 1950; teneva all’epoca banco la questione del finanziamento dei costumi del Corteo Storico, essendo evidente che il problema finanziario non poteva essere risolto soltanto con risorse interne. Il Rettore del Magistrato scrive pertanto al Commissario Nazionale per il Turismo On.le Pietro Romani che il Palio di Siena, per la prima volta nella sua storia secolare, si trova costretto a chiedere sensibili aiuti per superare una crisi che altrimenti potrebbe essere fatale. Il Commissario  per il Turismo, in riferimento al richiesto contributo, risponde che una eventuale legge avrebbe dovuto riguardare tutte la manifestazioni di rilevanza nazionale: quindi nessun occhio di riguardo per il Palio di Siena. In altre parole: un eventuale trattamento particolare non avrebbe potuto essere previsto per il “solo” Palio di Siena.

Per la cronaca: i nuovi costumi del Corteo Storico furono inaugurati nel 1955 con il finanziamento a totale carico del Monte dei Paschi.

Secondo episodio: 2006

Un altro episodio, più recente, mostra come il Palio abbia potuto ottenere i risultati voluti attraverso una meccanismo formale che lo accomunava ad altre manifestazioni. A cavallo tra il precedente secolo e l’attuale le Contrade erano pesantemente coinvolte in controversie giudiziarie riguardanti il trattamento fiscale delle proprie attività. Parlamentari di varie estrazione politica avevano presentato progetti di legge riguardanti il Palio e le Contrade per risolvere strutturalmente il contenzioso. Addirittura i vari progetti erano stati riuniti in un'unica proposta peraltro decaduta per termine della legislatura. Il progetto fu peraltro ripreso nel 2006 dal Magistrato delle Contrade il quale interessò tutte le forze politiche locali perché sostenessero il progetto stesso. E le forze politiche, pressoché all’unanimità, a livello locale e nazionale, portarono avanti il progetto.  Peraltro si dovette ben presto prendere atto della difficoltà di fare approvare una proposta di legge avente ad oggetto norme a preminente interesse locale; ci si pose quindi l’obiettivo di regolamentare il regime fiscale delle Contrade attraverso un provvedimento di carattere generale, una norma quadro che, per quanto neutra e garantista nei confronti dei soggetti potenzialmente beneficiari, aderisse il più possibile alle caratteristiche della Festa senese.  Il 15 novembre 2006 veniva quindi approvata una disposizione per la quale “le associazioni che operano per la realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi e alle tradizioni delle comunità locali” venivano equiparate ai soggetti esenti dall’imposta sul reddito delle società.

Nel provvedimento ministeriale che periodicamente individua i soggetti beneficiari della previsione di legge, i primi diciassette posti dell’elenco sono sempre occupati dalle 17 Contrade di Siena, seguite subito dopo dalle Società di Contrada.

Si parla di “deroghe”

In questi tempi in cui molti aspetti della vita sono regolati dalla normativa anti-Covid, è stato impossibile l’effettuazione dei Pali del 2020 e del 2021. Per quest’anno qualcuno ha coltivato sino all’ultimo la speranza per un Palio straordinario, aspettativa delusa perché l’applicazione delle vigenti norme antipandemiche avrebbero reso il Palio il fantasma, fasullo, di se stesso. Si è allora cominciato a parlare di “deroghe” a detta normativa in favore del Palio di Siena per le sue caratteristiche universalmente riconosciute, anche nella prospettiva dei Pali del prossimo anno. Deroghe che, evidentemente, dovrebbero essere oggetto di provvedimenti di legge e non di semplici atti amministrativi.

Gli episodi sopra ricordati non depongono favorevolmente circa l’accoglimento di richieste riguardanti esclusivamente il Palio di Siena. In ogni caso riassumo alcuni momenti significativi che hanno condotto alla “soluzione fiscale” anche per una qualche eventuale riflessione sull’oggi. Fu giusto cercare di ottenere un provvedimento legislativo che riguardasse solo il Palio di Siena; sorse peraltro ben presto la consapevolezza che quel risultato era difficilmente ottenibile. D’altra parte un  provvedimento che avesse una più ampia gamma di beneficiari richiedeva una proposta parlamentare appoggiata, con convinzione, possibilmente da tutte le forze politiche locali e nazionali. Il sostegno di un vasto arco politico fu ottenuto ed ebbe a significare garanzia di approvazione di una proposta che, pur presentandosi come provvedimento di carattere generale, avesse tutte le caratteristiche per aderire alle esigenze delle Contrade.

Contrade e Magistrato

Quanto alle Contrade e al loro Magistrato, se non mi sfugge qualcosa la loro attuale posizione ufficiale è quella espressa nel comunicato stampa del 4 agosto 2021. Una posizione che, nel ribadire il desiderio e la speranza di un Palio senza limitazioni tali da snaturare la Festa, restava in attesa delle decisioni delle competenti autorità.  Un pregiudiziale aspetto importante, oggetto di discussioni e valutazioni anche divergenti, è l’accettabilità di un Palio cui vengano comunque poste delle condizioni al suo tradizionale svolgimento: sul punto il comunicato stampa lascia una porta aperta subordinatamente all’esame delle limitazioni che venissero poste dalle pubbliche autorità. Quanto invece al merito delle “deroghe” di cui in questi giorni si parla (prospettate soprattutto dal Sindaco di Siena) non mi risulta che ci sia una presa di posizione ufficiale del Magistrato, anche se visti i numerosi incontri con l’Autorità Comunale una qualche valutazione sarà stata sicuramente fatta. Infine, nella prospettiva di un Palio sia pur con limitazioni, solo per completezza di ragionamento mi chiedo se non sarebbe ipotizzabile che le Contrade (ovviamente in collaborazione con l’Autorità Comunale) elaborassero una propria proposta circa le condizioni oltre le quali il Palio non potrà essere effettuato se non snaturandolo; e su questa proposta ricercassero il più vasto consenso possibile, essendo evidente che il problema è della città intera e che quindi tutte le sue componenti, civiche e politiche, dovrebbero sentirsi impegnate a risolverlo.

Ciò anche ad evitare il rischio che, ad un certo momento, alle Contrade venga presentato un pacchetto sostanzialmente confezionato da altri ed al quale risulti a quel punto oggettivamente difficile dire di no.

Resta ovviamente la speranza che, nei prossimi mesi, la situazione sanitaria possa evolversi positivamente così da permettere un ritorno ad una normalità che non abbia bisogno di deroghe o forzature.

 Roberto Martinelli

26 agosto 2021