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Limitazioni che non limitano

Tra le tante sfarfagliate, che emergono nei racconti della carta stampata di quest'ultimo periodo, ce n'è una che riguarda l'ossessiva richiesta di prendere in esame disposizioni per effettuare i Palii 2022.

Sciocchezze del genere emergono da considerazioni che nulla hanno a che vedere con il momento normativo in essere e che non possono tenere nella dovuta considerazione le indicazioni del futuro, quelle post-31 dicembre.

Con le limitazioni si snatura il Palio, il suo modo di essere unico; le limitazioni non possono essere né dettate, né studiate, né auto-inflitte; semplicemente non devono esistere.

Per tornare a correre basterà attendere che, da solo, il virus abbandoni la terra; non è dato sapere quando.

Anche De Mossi sostiene, sicuramente senza aver approfondito ciò che dice, che è pronto ad ammettere delle limitazioni, ma allo stesso tempo urla che non deve essere stravolto qualsiasi tipo di comportamento sociale nei giorni del Palio.

Delle due, una: o De Mossi non ha ancora appreso cosa sia la socialità e la partecipazione del popolo delle 17 Contrade in occasione del Palio; oppure non ha ben presente cosa possano indicare, nel futuro e nel presente, certe limitazioni.

Se nel 2022 le condizioni pandemiche non permetteranno la vita sociale in nessun campo, sarebbe inutile pensare a limitazioni che stroncherebbero il Palio, specfialmente formulate in questo periodo ante-31 dicembre.

A parte il fatto che di fronte a queste limitazioni costruite, trattandosi solo di semplici normative amministrative, sarà possibile procedere di fronte al Tribunale competente, appare superfluo sottolineare l'evidente contraddittorietà delle dichiarazioni di De Mossi.

Se il virus non se ne va nel 2022, si aspetta il 2023; non è né difficile, né complicato perché la stucchevole e insensata retorica non può certo imporsi alle nostre cadenze secolari.

16 agosto 2021