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Cosa fare per il 2022?

A metà settembre, forse anche prima, il decreto 105 sarà convertito in legge; per cui ogni illusione, su come potranno essere gestite le normative in vista del 2022, resta vincolata al testo che uscira dai due rami della Camera.

Non sappiamo neppure se con la legge, che convertirà il decreto 105, verrà confermato al 31 dicembre lo stato di emergenza, alla cui scadenza vedremo quali ulteriori passaggi legislativi "inventerà" il Governo di Draghi.

Iniziare a studiare adesso quali scenari possano verificarsi in Piazza del Campo nel 2022 è un inutile sforzo di illusione per un ambiente che, grazie soprattutto a De Mossi, è stato incanalato verso il più completo grottesco scenario.

Pensare a delle limitazioni significa affossare progressivamente il Palio, venendo meno, per le attuali generazioni verso le future, quell'obbligo di tramandare il Palio come lo abbiamo conosciuto, come lo abbiamo imparato ad osservare e come dobbiamo, senza alcuna forma di limitazione, tramandare anche a chi è nato nell'era del Covid.

Occultare il passato per un futuro senza certezze rappresenta l'occasione per sotterrare non la "manifestazione Palio" ma il suo essere "quotidiano". Vanno, invece, seguite con meticolosa attenzione tutte le tappe che ci separano dal 2022.

La prima è quella della conversione in legge del decreto, per poi studiare e capire cosa potrebbe accadere il 31 dicembre 2021, data in cui lo stato di emergenza decadrà.

Per tornare a calpestare il tufo in Piazza c'è ancora molto, molto tempo.

11 agosto 2023