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Il religioso silenzio di De Mossi

Non parla più; non imbecca più i suoi discepoli per farsi intervistare; si trova in religioso silenzio e non se ne comprende il motivo.

De Mossi ha curato più del pensabile l'emissione del nuovo decreto legge, attraverso il quale quel fenomeno, che prende a baci i crocifissi, è stato letteralmente sputtanato senza alcuna possibilità di blaterare.

Del restato era impensabile che non arrivasse all'allungamento dello stato di emergenza, per cui c'è da chiedersi su quali basi De Mossi si sia mosso nell'infondere la pura illusione che quest'anno, anche in extremis, si potesse battere il tufo sopra le lastre di Piazza.

L'ultimo Consiglio dei Ministri si è tenuto giovedì 22 e subito, nella tardissima serata, è iniziata a circolare la bozza del nuovo decreto. Si è dovuto attendere sabato mattina per la consultazione nella Gazzetta Ufficiale del Decreto n. 105 e solo allora si è capito che era necessario anticipare i tempi per ammainare definitivamente la bandiera di Palazzo.

Non c'è stato alcun ventilatore a far svolazzare la voglia di De Mossi nell'intraprendere il "regalo alle tre squalificate"; ma non si comprende perché, fino a sabato, lo stesso De Mossi si sia trincerato dietro un religioso silenzio.

Poi, in sincerità, cosa avrebbe potuto o dovuto dire ancora? Forse, è ancora presto. Forse gli manca un suo nuovo TG?

26 luglio 2021