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Lauretta nel suo ultimo articolo ha fatto fin troppa confusione sulle regole dello straordinario

«Se davvero s'intende provare a tornare al canape, dopo la metà d'agosto vanno effettuate le assemblee nelle Contrade. E qui c'è un primo scoglio, nel senso che non è scontato (anzi) che i contradaioli possano sapere a quali eventuali restrizioni dovranno sottostare perché è presto. Ci vorrà un assenso fideistico, che ad ora non tutti si sentono di garantire. Andrà poi valutato l'eventuale annullamento, se ci fossero ritorni di fiamma del virus. Possibile da parte del consiglio comunale, magari, ma se ciò si rendesse necessario una volta estratte a sorte le Contrade? La squalifica, nel caso vengano fuori alcune delle Consorelle sotto punizione, se non si corre non verrà scontata. E si va al 2022. Tutte questioni delicate. Il compito principale dei priori sarà quello di capire quali potrebbero essere le regole d'ingaggio per lo Straordinario. E il Comune, che lo organizza, verificarle a 360 gradi. Perché una volta iniziato il percorso e giunti magari alle ultime battute, ci sia la sicurezza che qualsiasi cosa accada Siena tornerà a vivere la sua Festa».

Questa è una parte ci ciò che Lauretta ha scritto ieri sulle colonne de La Nazione, senza un briciolo di confronto con le norme del Regolamento. Anzi, Lauretta ha predisposto l'articolo solo in base ad un eventuale via libera del Prefetto, che non può decidere prima che si completi l'iter del Regolamento.

L'effettuazione del Palio in più lo decide solo ed esclusivamente il Consiglio comunale, se naturalmente verrà coinvolto dalla consultazione delle Contrade. Il Prefetto non c'entra niente e sbaglierebbe se, prima del voto delle 14, dovesse dare indicazioni su come le situazioni statiche e quelle dinamiche potessero evolversi in base alle eventuali nuove disposizioni governative in materia di assembramenti.

Prima di qualsiasi pronunciamento delle 14 Contrade, De Mossi, o la sua Giunta, o il Consiglio, o la confraternita delle processioni devono, come prescrive il Regolamento chiedere formalmente l'effettuazione del Palio in più, permettendo così alla Giunta di dare mandato a De Mossi di coinvolgere la confraternira delle processioni.

Solo se 10 su 14, ma il 14 su 14 è più che scontato, il Consiglio comunale verrà a contatto con la decisione della Giunta, contenente anche la data di effettuazione del Palio, e solo allora deciderà per il sì e per il no, cioè solo per il sì.

Solo in quel preciso momento, e allorché la delibera verrà pubblicata all'Albo Pretorio, la questione potrà essere portata sul tavolo del Prefetto in considerazione del dettato regolamento (art. 27) che prevede, almeno 10 giorni di tempo prima dell'effettuazione del Palio, l'estrazione.

Questi sono i tempi scanditi dalle norme e che Lauretta non ha considerato. L'eventuale annullamento del Palio in più avverrà non per disposizione del Consiglio comunale, bensì del Prefetto.

Non si può pensare che il Prefetto si esponga prima che l'evento stesso possa avverarsi; è necessario come detto attendere solo il pronunciamento del Consiglio comunale.

16 luglio 2021