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Cosa volete che dica il Prefetto prima del 31 luglio?

Nascondersi dietro la figura del Prefetto è la scelta che hanno fatto De Mossi assieme ai 17+17, rappresentati nientemeno che da onorandone e veteranone. Anziché assumersi direttamente una precisa responsabilità, i tre hanno preferito, secondo l'inondazione delle interviste rilasciate agli organi di informazione locale ieri, di attendere le mosse del Prefetto.

Allora l'attenzione si sposta naturalmente verso il Prefetto che, fino al 31 luglio, non può muoversi dall'ambito ben delineato fin da aprile e che si è ulteriormente complicato dopo l'abuso del pullman a Roma.

Allo stato attuale il Prefetto non può assolutamente assumersi precisi rischi che vadano ad accelerare la circolazione, in modo incontrollato, della variante indiana; una realtà che De Mossi non riesce ancora a digerire.

Probabilmente agli inizi della settimana Draghi emetterà al riguardo un nuovo Dpcm o un decreto legge, il cui contenuto viene nel quotidiano anticipato da tutti gli organi di informazione nazionali.

Non si comprende perché De Mossi ne ignori l'esistenza. Possiamo solo comprendere che i 17+17, personificati da onorandone e veteranone, preferiscano non leggere le notizie più elementari; questo perché fin troppo vincolati da calcoli economici delle "scuderie" di riferimento.

La figura del Prefetto in tutta questa situazione stona sia perché, non conoscendo le nostre "regole del gioco", non può limitarsi ad attendere la decisione delle Contrade; sia perché si trova in ogni caso con le mani legate dalla legge 87 del 17 giugno, che ha convertito il dl 52 dove era stato proclamato il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 luglio.

In attesa, quindi, che Draghi si faccia leggere quanto prima, cosa dovrebbe dire il Prefetto a De Mossi ed ai fantini del Palio?

16 luglio 2021