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Quel comunicato stampa che manca

Le scene che sono susseguite all'ingresso italiano in finale fanno riflettere in modo molto molto preoccupante. A parte che mercoledì le istituzioni governative senesi hanno dato il via libera ai giri delle Contrade per i festeggiamenti del Santo Patrono, ciò che si è visto nella serata vittoriosa fa riflettere sul nostro Pianeta Palio.

La mancanza della Festa in una città ridotta come Siena non può essere messa in relazione agli episodi da incoscienti che si sono verificati mercoledì. Siena nei fatti, attraverso la sua più ampia istituzione democratica, ha riconosciuto senza troppe manifestazioni ostili la giustezza delle disposizioni governative; ha rinunciato alla sua Festa, al suo secolare gioco dove si vanno ad intersecare tutta una serie di affetti e di orgogli che non è il caso di elencare.

Siena, insomma, unica nel mondo è rimasta "fedele" al dettato governativo ed ha liberamente accettato quelle disposizioni che, al momento, sono fissate al 31 luglio.

Questa angolazione, scelta liberamente dalla città di Siena, se posta a confronto con ciò che ci hanno fatto vedere le immagini post-vittoria rappresenta un fiore all'occhiello di cui ci si doveva vantare fin da ieri.

Il segnale che Siena, con la sua secolare storia che si identifica nella sua Festa, resti ancorata, fedelmente, alle disposizioni governative obbligava Palazzo ad emettere un apposito comunicato stampa che, al momento, non è stato nemmeno pensato da De Mossi.

Eppure lo stuolo dei suoi discepoli, ossequiosamente pronti a seguirne il dettato, non ha pensato che un semplice comunicato di cinque righe avrebbe messo nel dovuto risalto non solo l'immagine paliesca della città di Siena, ma lo stesso De Mossi.

Occasione forse non ancora persa, ma ormai siamo in fortissimo ritardo.

8 luglio 2021