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Ora per Draghi sono seri grattacapi

Lo spostamento di 4-5 mesi dal 31 luglio dello stato di emergenza comincia a creare non poche problematiche al Governo Draghi, dove uno che va a spasso con il crocifisso potrebbe creare non poche difficoltà alla libertà di espansione dei contagi.

Certo Draghi ha già dato ampie dimostrazioni che uno come Salvini se lo rincarta nel taschino, ma la situazione della proroga dello stato di emergenza si sta complicando con l'avvicinarsi della scadenza di fine mese.

Possibilità che non si prolunghi lo stato di emergenza non esistono proprio, a meno che non si voglia tornare per la terza volta alla chiusura completa di ogni attività. Del resto i recenti dati sulla diffusione del virus parlano un linguaggio opposto a quello che sbandiera lo sbandieratore di crocifissi.

Per l'OMS in Europa, grazie agli assembramenti negli stadi in omaggio al mito del soldo, la situazione è molto preoccupante, ma Draghi si troverà sul piatto non solo il parere di un calibro da 360 come quello di Sabino Cassese, ma anche il pronunciamento del Tribunale di Pisa, che, dopo quelli di Frosinone e Reggio Emilia, ha sentenziato l'incostituzionalità dei Dcpm collegati alla pandemia.

In particolare la libertà particolare, sancita dall'art. 13 della Costituzione, non può essere tolta da un atto amministrativo quale si prefigura un Dpcm qualsiasi.

Draghi, quindi, prima del 31 luglio deve trovare una soluzione diversa da quella finora usata e che concatenava i diversi Dpcm emessi dal Governo Conte.

Il testo della sentenza del giudice di Pisa Lina Manuali contiene alcuni spunti che vanno ad intaccare la giustizia paliesca, quando in Palazzo tra Suor Palio, Poc e delcollo venivano emessi atti completamente nulli sotto il profilo amministrativo. Ne riparleremo.

2 luglio 2021