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Riprende il racconto di Ritanna…

Si sono alzati tanti rumori fra coloro che hanno letto i nostri precedenti brogliacci, la città mormora e si chiede a che punto sia la stesura del libro. Ogni nostro intervento suscita grande curiosità e ci chiediamo: sarà solo voglia di conoscenza o preoccupazione? Chissà. Per esplorare il pensiero di Ritanna, così come vorrebbero tanti senesi, abbiamo rivolto domande alla stessa autrice.

 Secondo te ci sono più mormorii o più preoccupazioni su tutto ciò che potrà emergere?

“Il mio intento è quello di raccontare venti anni con Gigi. Venti anni di amore ma anche di Palio che rispecchiano anche venti anni della città. Non voglio nascondere niente di quegli anni, altrimenti non ha senso scrivere un libro, voglio restituire alla città quella schiettezza che merita. Se qualcuno passa qualche notte insonne, come mi dicono, mi dispiace vuol dire che non è stato schietto allora e non lo è oggi”.

Sei stata brava allora nel "nascondere" e mascherare il tuo pensiero?

“Sergino, io non voglio nascondere niente, come ti stavo dicendo, è un libro sull’onesta, mia di certo, degli altri non lo so”.

Ritieni che sia stato un errore raggruppare periodicamente i brogliacci?

“Non è stato un errore, il materiale che ho conservato con cura negli anni, doveva essere il contenuto di un libro che io e Gigi volevamo scrivere assieme. La vita non ce l’ha permesso e quindi ora lo scrivo io, con tutti i dettagli del caso. Sono molto attenta ai dettagli ed ho una memoria di ferro, oltre alla passione per la conservazione di tutto ciò che merita attenzione. Nei miei archivi ho tutto il Palio minuto per minuto dal 2000 a oggi, sembra un’enciclopedia. Sarà un bel regalo per Siena e non una sciagura, ripeto, chi ha la coscienza pulita può dormire tranquillo, ma chi non ce l’ha…”.

Pensi che le tue rivelazioni possano recare danno alle strategie del Palio?

“Ciò che è accaduto non può essere cambiato, fa parte della storia e può incidere sul presente. Mi auguro che, prendendo spunto dal mio libro, le nuove dirigenze imparino e riprendere in mano le redini del Palio e delle contrade, è un manuale di sopravvivenza, per chi c’è oggi, per non cadere nei tranelli e non fare errori grossolani che a qualcuno sono costati cari”.

Sei la prima a parlare di un argomento del genere. Che effetto fa?

“Sono molto serena, sono quella di sempre, sento di agire per il bene di tutti. Sono la prima moglie a raccontare i retroscena di una vita accanto ad un fantino che ha gestito il Palio a sua immagine e somiglianza”.

Sappiamo che c’è un capitolo sul museo di Valiano di che cosa si tratta?

“Nel capitolo parlerò di questo progetto che avevamo io e Gigi di realizzare dentro alla nostra casa un luogo in cui avremmo raccontato, attraverso oggetti, fotografie, video, racconti, curiosità e altro, venti anni di Palio sempre sotto i riflettori. Avremmo messo tutto ciò a disposizione di chiunque volesse conoscere la storia di Gigi e delle contrade che lo avevano affiancato, sarebbe stato un luogo aperto ai senesi e a tutti i visitatori che avessero avuto curiosità di esplorare tutto il materiale, vastissimo, che avevo conservato. Lo spunto me lo dette Laura Valdesi una volta che intervistò Gigi a casa nostra. Era il 2017. Vide tutto quel materiale ed esclamò: “Dovreste farne un museo!”. Era già tutto pronto dentro le teche e le bacheche, si vede che nella mia testa già avevo questo sogno. Ma non mi dovevi fare domande sul settennato del Bruco?”.

Non c’è fretta Ritanna, tempo al tempo!

28 giugno 2021