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Ritanna e i telefonini

Cresce con regolarità il faldone degli appunti e dei brogliacci per dar vita ad un libro-verità delle strategie di Capitanbruschelli nell'ultimo ventennio di Palio. Un libro nel quale Ritanna svela nei particolari tutto un castello, che finora era frutto delle certezze del mondo contradaiolo ("Ma lo vuoi dire a me che lo so?") e che, adesso, trova concretezze e certezze in una miriade di documenti, foto e registrazioni.

Uno dei capitoli del libro è dedicato ai telefonini di Vagliano; ed allora vediamo cosa abbiamo raccolto nei brogliacci con le conversazioni con Ritanna.

«Vuoi intendere quante linee telefoniche avevamo? Non si tratta del numero di linee in nostro possesso, quanto, come puoi ben immaginare, di quali numeri erano a nostra disposizione. Erano numerosi e potevano raggiungere anche chi non ti aspetti. Eravamo riusciti ad intrecciare una fitta rete di contatti che iniziavano a gennaio per finire il 17 agosto. Il 18 agosto ricominciavano, se possibile e se necessario, ve ne erano di nuovi. Potevano servire ad orientare un po’ tutto».

Si potevano orientare anche i cavalli da prendere dopo le previsite?

Si potevano e si può anche oggi, ma Gigi aveva il potere per individuare ed indirizzare la scelta e soprattutto aveva quei referenti fidati, a cui dirlo, e di questo nel libro ne parlerò”.

Quali rapporti tessevi per aiutare Gigi?

Tessevo rapporti diretti con tutti e tutto ciò che poteva tornare utile alle strategie di Valiano. E ci sarà un capitolo ad hoc. A livello contradaiolo invece, avevo un mandato preciso, ovvero quello di preservarlo dal contatto diretto con le folle. Un ricordo importante è quello che riguarda il Palio della Torre, fu lui a dirmi di fare il guardiano e di lasciarlo lontano da chi voleva avvicinarlo anche fosse solo per una fotografia. Era un ruolo che non mi piaceva affatto e ne parlerò ampiamente. Qualcuno può testimoniare con me”.

Sei incredibile, ti ricordi tutto?!

«Vero, ho una gran memoria, è tutto qui registrato. Facciamo così, tentiamo una cronologia dei Palii. Li analizziamo uno alla volta. Ti farò ascoltare e vedere tante cose, ti mostrerò i documenti e tutto quello che di perfetto esisteva nelle strategie di Valiano. Lui, io e la Cupola...».

Da quale Palio partiamo?

«Comincerei da Urban. Da quel primo Palio come fantino del Bruco. Mi viene subito in mente che lui nei 4 giorni si concesse poco alla folla e le donne della contrada mi additarono come la colpevole per il suo distacco. Ma io mi affidavo completamente alle sue direttive. In città girava addirittura la voce che io in quei giorni dormissi nella stalla con il cavallo. Ricordo bene l'ira di Gigi! Non mi dovevano nominare, da lì la sua decisione di non invitare mai le donne nelle cene che si tenevano a Valiano, perché mi avevano offesa. Inutile i tentativi dei dirigenti per fargli cambiare idea. Gigi mantenne la promessa e le cene per il Bruco a Valiano erano solo per gli uomini. Ma non parlerò solo dei rapporti umani, naturalmente, fra le pagine del mio libro».

19 giugno 2021