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I discepoli di Palazzo contro il Prefetto

E' iniziata, pressoché martellante, la campagna per mettere in difficoltà il Prefetto in merito all'autorizzazione di poter eludere gli assembramenti con la terra in Piazza.

E' vero che De Mossi si è sempre espresso in modo favorevole per correre in Piazza, vincolando tale possibilità alle disposizioni governative personificate dal Prefetto; ma è altrettanto vero che questa manovra altro non è, e non era, che un banale tentativo di trovare prestigio agli occhi del mondo contradaiolo.

Dopo la cenciata rimediata nei due Consigli comunali dell'altro mese, De Mossi deve ricostruire con estrema velocità il suo approccio positivo verso il mondo contradaiolo, soprattutto quello quattrogiornista che vota nelle urne amministrative.

Ecco perché sono scesi in modo deciso i discepoli di Palazzo e, fino al 31 luglio ,dovremo annotare tante velate accuse al Prefetto da compilarci un indimenticabile menù,

Se anche il 2021 dovesse risultare, in termini palieschi, un anno bianco non sarà certo colpa di De Mossi, né, soprattutto, del Prefetto. Non ci sono responsabilità per giustificare il completo annullamento; la situazione è tale che il divieto degli assembramenti non si coniuga con attenzione con il rito del Palio. Non è colpa proprio di nessuno.

E' banale cercare di salvare De Mossi attaccando il Prefetto; molto banale anche per chi si sente ormai un discepolo.

7 giugno 2021