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Come il nostro Prefetto potrebbe insegnare all'intera Italia

L'argomento è delicato, ma non per questo impossibile e non fattibile. Sicuramente tutti i Prefetti d'Italia ne sono già a conoscenza, ma l'intera cittadinanza è ancora all'oscuro e si illude che il 31 luglio venga tolto definitivamente lo stato di emergenza che vieta, anche nelle zone bianche, gli assembramenti ed impone mascherine e distanziamenti interpersonali.

Il ministro Maria+Stella ha recentemente espresso la certezza che il 31 luglio lo stato di emergenza verrà depennato definitivamente, ma queste roboanti e personali dichiarazioni risultano fine a se stesse.

Lo slittamento, fatto a tappe, delle date relative allo stato di emergenza (per settembre?) appare scontato per una variegata serie di motivazioni. Prima di tutto gli errori dell'estate 2020 comportano attenzioni massime nel considerare la pandemia alle spalle.

Il fatto che nel 2021 i vaccinati, anche parziali, siano un elemento attivo, non significa certo che chi si trova con il vaccino iniettato non possa ammalarsi di nuovo di Covid. Non andrà ad affollare gli ospedali, ma se si pensa che con il vaccino si realizzi automaticamente l'esonero dalla pandemia è una considerazione ancora tutta da dimostrare sulle riviste specializzate con appositi e documentati studi.

Insomma, con assembramenti incontrollati; distanziamenti inadeguati e mascherina in tasca il virus ... ringrazia.

Ecco perché illudersi che il 31 luglio, come sostenuto da Maria+Stella, venga tolto lo stato di emergenza è voler fantasticare su un futuro imminente.

Molto più serio e concreto pensare che ci sia uno slittamento ancora di un paio di mesi, per coprire con certezza la stagione scolastica; per cui inutile illudersi che tutto sparisca alla mezzanotte del 31 luglio.

Torniamo all'argomento di questo articolo: il Prefetto di Siena che potrebbe dare un concreto aiuto alla realtà di Siena e dei suoi scimmiottamenti sparsi in Italia.

Allo stato attuale il nostro Prefetto è in una botte di ferro; c'è la data del 31 luglio e le soluzioni dinamiche non possono trovare luce. Il Palio è, contemporaneamente, una manifestazione statica e dinamica. Statica quando si predispongono i 1000 spettatori in Piazza e, caso mai, qualcuno sui palchi; dinamica quando, terminata la corsa, i 1000 (e più) entrano in pista e si creano assembramenti.

Fino al 31 luglio il Prefetto non può formulare alcuna soluzione favorevole agli assembramenti; non lo potrà fare, per quanto detto prima, neppure dopo tale data. Può, tuttavia, studiare qualche soluzione senza sconfinare dal suo ruolo.

Non si chiede certo un atto scritto che non compete, come ad esempio un disciplinare che possa cancellare la gerarchia degli atti a cui il Prefetto è sottoposto; ma una "chiacchierata" formale con gli altri Prefetti degli scimmiottamenti di Siena sarebbe auspicabile.

Un confronto per tenere, ad esempio, una linea comune dopo il 31 luglio che serva a scandire precisi vincoli e svincoli, atti a stabilire, una volta per tutte, che, con qualsiasi stato di emergenza in atto, manifestazioni di popolo, che richiamino altro popolo, non possano svolgersi.

Un documento appositamente studiato, ed uniforme nei territori, da far arrivare a Draghi è consigliabile soprattutto per evitare che un Prefetto A sia ligio alle disposizioni governative; un altro B acconsenta parziali interpretazioni; un terzo C vado incontro alle esigenze del territorio.

Forse è inutile continuare ad inseguire i sogni, come sta facendo De Mossi; è ormai maturo il tempo di non nascondersi dietro un semplice, pur corposo, decreto legge, che dichiarerà anche l'arrivo dell'immunità di gregge?

7 giugno 2021